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Halloween in pillole: tutto quello che c’è da sapere

Spesso scambiato per un carnevale autunnale, soprattutto dal mondo non anglosassone, Halloween anno dopo anno fa clamore per la facilità con cui si è insinuato nelle culture altrui. Ma cosa sappiamo di questa festività? Conosciamo davvero Halloween e le sue origini? Cinque brevi punti per scoprire la notte più attesa dell’autunno

1 Halloween o Samhain? La parola Halloween è una variante scozzede del nome All-Hallows-Eve, la vigilia di Ognissanti, che in inglese si chiama All-Hallows-Day. Le origini di Halloween sono antichissime, pre cristiane: le popolazioni celtiche festeggiavano la fine dell’estate la notte del 31 ottobre, la notte del Samhain. I celti inoltre avevano una concezione del mondo della morte molto pragmatica: per loro morire era soltanto un passaggio da un mondo all’altro e per una sera gli spiriti potevano tornare a camminare nel mondo precedente.

2 Come si scelgono i costumi di Halloween? Contro quanto si pensi nel mondo non anglosassone, Halloween non è una carnevalata. I tipici vestiti mostruosi dei bambini anglosassoni che bussano di porta in porta chiedendo “Dolcetto o scherzetto” si rifanno al mondo dei morti e della paura proprio perché durante la notte del 31 ottobre gli spiriti tornano a camminare sulla Terra. Va da sé che col passare degli anni globalizzazione e tv hanno un po’ modificato la tradizione e non c’è da meravigliarsi di trovare qualcuno con un vestito più stravagante del solito

3 Perché si dice dolcetto o scherzetto? In inglese si chiede “Trick or treat”, scherzetto e dolcetto. Ma la formula in realtà racchiude un significato un po’ più oscuro: “Sacrificio o maledizione”. In realtà l’usanza di bussare alle porte risale al Medioevo, quando i poveri chiedevano l’elemosina a Ognissanti e ricevevano il cibo in cambio di preghiere nel giorno della Commemorazione dei defunti.

4 Perché si intagliano le zucche? Le famose zucche spolpate e intagliate, con una candela posta dentro per illuminarle e renderle quasi vive, hanno un’origine antica e suggestiva. La leggenda narra che il vecchio ubriacone irlandese Jack un giorno conobbe il diavolo a un bar: era sbronzo e quasi cedette la sua anima, ma alla fine riuscì a beffare il diavolo trasformandolo in una moneta promettendogli la sua anima in cambio dell’ultima bevuta. Astutamente Jack mise la moneta nel borsello accanto una croce d’argento, intrappolandolo: il diavolo però era più furbo e in cambio della liberà promiso a Jack 10 anni di pace. Quando Jack morì fu rifiutato sia in Paradiso che all’Inferno e il diavolo lo lasciò errare come un’anima tormentata, lanciandogli un tizzone ardente che Jack posizionò all’interno di una rapa. Ecco perché gli abitanti di tutti i paesi devono appendere fuori dalla porta di casa una lanterna, che illumini il cammino delle anime infelici.

5 Quali sono le tradizioni più simili in Italia? In Sicilia l’1 e il 2 novembre i morti vengono a far visita ai parenti in vita, portando in dono qualcosa per i più piccini. Anche in Puglia tra l’1 e il 2 si celebrano I defunti, con dei falò che illuminano la notte del “fucacost” per indicare ai morti la via di casa. Anche in Sardegna la festa si celebra con diversi moni: Is Animeddas, Su Candeleri, Su mortu mortu, Su Prugadorio e Is Panixeddas. In Abruzzo e in provincia di Sassari si intagliano le zucche e le rape e vi si mettono dentro le candele, proprio come nel mondo anglosassone.

 

Alessia Bellomo

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Alessia Bellomo
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