Alla fine, Mariano Ferro e i suoi ce l’hanno fatta. Il loro obbiettivo, oggi, era quello di recarsi dal Papa. Un gesto simbolico per testimoniare la buona volontà del movimento e la sua indole non violenta, che hanno causato la presa di distanze nei confronti di diversi altri gruppi che protestano in tutta Italia.
Quando papa Bergoglio ha letto in diretta mondiale il loro striscione, ‘I poveri non possono aspettare’, una frase dello stesso pontefice, al leader siciliano dei Forconi, Mariano Ferro, è scesa una lacrima sulla guancia destra. “Bello, bello…” é la sola cosa che riesce a dire a caldo, con gli occhi lucidi, mentre gli altri sollevano i pugni in segno di vittoria, tra le grida di trionfo.
Per le decine di manifestanti, perlopiù siciliani e veneti (con il portavoce locale Lucio Chiavegato), la presenza di oggi in piazza San Pietro durante l’Angelus é stata un successo. Il Papa, sottolineano, non solo ha letto il loro striscione, ma ha anche parlato di loro, in più di un passaggio, in particolare nell’appello a “chi é radunato per l’impegno sociale” a dare un “contributo costruttivo respingendo la violenza e seguendo la via del dialogo”. Una frase salutata, tra le bandiere con la Trinacria e gli stendardi veneti, con un applauso convinto, e cori inneggianti al pontefice.
E si rivolge ancora a loro Papa Francesco, quando dice: “Respingete le tentazioni di violenza”. Un messaggio recepito dall’ala dialogante del movimento, accorsa numerosa in piazza San Pietro.
“E’ il nostro Papa, il Papa dei poveri”, hanno gridato i forconi presenti a piazza San Pietro, dove papa Bergoglio, durante l’Angelus, ha rivolto loro un messaggio. Il ‘gran finale’, per Ferro, Chiavegato e compagni, é l’augurio di Francesco per un “Natale di giustizia”. Ci si abbraccia, in piazza, tra volti ancora increduli: “Hai visto, che a darmi retta…”, dice il leader veneto sorridendo a quello siciliano. “Una grande emozione – afferma una donna arrivata dal Veneto – il Papa ha inviato due messaggi, uno alle istituzioni sulla povertà, e uno a noi, di continuare come stiamo facendo, col dialogo”.
“Il Papa cambia l’anima – dirà poco dopo in piazza Mariano Ferro – ci ha ricaricato le batterie. Noi siamo venuti oggi qui per dimostrare che non siamo violenti. Ci siamo già divisi da quelle fasce estreme che vogliono metterci il cappello, noi siamo moderati e vogliamo dimostrarlo. Vogliamo parlare con gli italiani, e se facendo le manifestazioni creeremo qualche disagio, è necessario. L’invito del Papa é a ribellarsi all’ingiustizia, e noi siamo per la giustizia. C’é gente che perde la casa, e casa e famiglia vanno insieme, lo ha detto anche lui. Il flop del 18 può essere invece il momento del rilancio”.