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“Era un lunedì” di Maria Grazia Lala, un libro dove ritrovare una parte di noi stessi

“Era un lunedì” (Edizioni Pungitopo) di Maria Grazia Lala, è un libro da leggere tutto d’un fiato. Un viaggio che l’autrice ci fa compiere attraverso gli occhi di Ninetta, una giovane donna siciliana che si prepara al matrimonio, destinata ad andare a vivere a Roma e, un giorno, a diventare madre.

La narrazione, ambientata durante la seconda guerra mondiale, rievoca emozioni lontane, ricordi ormai del tutto sbiaditi, che l’autrice recupera, diventando la custode di una memoria culturale e sentimentale che merita di essere raccontata.

Il profondo attaccamento alla terra di origine è continuamente evocato attraverso l’uso del dialetto, di filastrocche e modi di dire: “Era sicca e laria, di malo carattere e si vappariava pure come un cacocciulu“.

Una settimana tutta da vivere, sette giorni che racchiudono una vita intera fatta di sogni, di ambizioni e di cruda realtà in un’Italia stremata dalla guerra e mortificata dalla discriminazione razziale. Protagonista insieme a Ninetta è l’emigrazione, vissuta come un momento di passaggio fondamentale, indispensabili per tagliare i ponti con il passato per abbracciare le speranze di un futuro migliore.

I personaggi riescono a diventare familiari sin da subito: l’autrice accompagna per mano il lettore, eliminando del tutto la distanza temporale che li separa. È impossibile non ritrovare, tra le pagine di questo libro, una parte di noi stessi.

Pur trattandosi di un racconto breve, “Era un lunedì”, ha tutti i presupposti necessari al coinvolgimento del lettore che è stimolato ad andare sino in fondo.

L’AUTRICE – Maria Grazia Lala (Palermo, 1954) dopo la laurea in giurisprudenza ha maturato diverse esperienze professionali. Ha iniziato a Torino per il Ministero degli Interni, poi si è trasferita in Veneto. Supera il corso della Scuola Superiore della Pubblica Amministrazione e ad ottobre del 1984 si trova in servizio a Roma quando, a seguito della sentenza che vietava l’interconnessione televisiva oltre l’ambito locale, l’Ispettorato dell’allora Ministero delle Poste e Telecomunicazioni oscurava le reti Fininvest. Dal 1998 è responsabile dell’Ufficio Comunicazione in Sicilia. Ha iniziato a scrivere brevi racconti pubblicati nel periodico d’informazione locale “Cittàmia” per la diffusione della cultura della legalità e del riequilibrio delle disparità sociali.

Azzurra Sichera

Chi mi conosce ha smesso di comprarmi pigiami e mi regala libri; detesto avere gli occhiali sempre sporchi; soffro di dipendenza da carboidrati; amo e odio la mia città, Palermo, così come non sopporto gli stereotipi sulla Sicilia e i siciliani; la prima cosa che faccio quando inizio un libro è leggere i ringraziamenti; amo le tazze e colleziono "L'apologia di Socrate" di Platone in tutte le lingue.

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