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Le associazioni alla Commissione nazionale Antimafia: | “Avviare un’indagine sul territorio”

Continuano i lavori della Commissione nazionale Antimafia a Palermo. I parlamentari guidati dal presidente Rosy Bindi incontreranno oggi i deputati regionali della Commissione speciale d’inchiesta e vigilanza sul fenomeno della mafia in Sicilia dell’Assemblea regionale siciliana.

Al termine degli incontri di ieri, a cui hanno partecipato anche i magistrati della Procura di Palermo, un cartello di associazioni – Centro Studi Pio La Torre, Fondazione Chinnici, Libera Coordinamento Sicilia, Centro di accoglienza Padre Nostro ed Sos Impresa – ha presentato un documento unitario con le priorità da affrontare nella lotta alla mafia.

Nel documento si propone alla Commissione antimafia di avviare un’indagine sul territorio, come fece la prima commissione nel 1976, per individuare le nuove mafie e indicare una moderna politica contro la criminalità organizzata; non perdere l’occasione del semestre italiano in Europa per avviare una politica antimafia omogenea nei paesi aderenti, promuovere il varo delle norme contro autoriciclaggio e falso in bilancio e una legge elettorale che introduca la sospensione della candidabilità di tutti coloro che sono rinviati a giudizio per fatti di mafia e reati contro la pubblica amministrazione, restituendo ai cittadini la possibilità di scegliere i candidati senza liste bloccate.

Il presidente dell’Assemblea regionale siciliana, Giovanni Ardizzone, ha ricevuto, questa mattina a Palazzo dei Normanni, il presidente Bindi. All’incontro hanno partecipato anche il presidente della Commissione regionale antimafia, Nello Musumeci, il vicepresidente, Fabrizio Ferrandelli e il segretario generale dell’Ars, Sebastiano Di Bella. Ardizzone ha illustrato alla presidente Bindi le iniziative messe in atto dal parlamento siciliano in tema di impegno antimafia.

In particolare, è stato segnalato il disegno di legge, già in discussione in Aula, per rendere pienamente utilizzabile il patrimonio immobiliare confiscato alla criminalità organizzata e assegnato alle forze dell’ordine. Il ddl nasce su input dell’ex questore di Palermo, Nicola Zito, che aveva segnalato l’impossibilità di utilizzare diversi beni assegnati alla Polizia di Stato, a seguito della mancanza di risorse per la loro manutenzione. Il provvedimento all’esame dell’Ars prevede la creazione di un fondo di rotazione, per finanziare la riqualificazione degli immobili destinati ad alloggi residenziali per le forze dell’ordine, che sarà alimentato dai canoni di affitto degli immobili stessi.

(Foto di Simone Di Stefano)

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Redazione

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