La Commissione nazionale Antimafia riunita a Palermo | Bindi: “Non possiamo sequestrare un bene e tenerlo inutilizzato”

di Maria Teresa Camarda

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La Commissione nazionale Antimafia riunita a Palermo | Bindi: “Non possiamo sequestrare un bene e tenerlo inutilizzato”

| lunedì 03 Marzo 2014 - 10:01

La commissione parlamentare Antimafia lavorerà per due giorni a Palermo. Obiettivo: un esame più approfondito delle vicende legate alla gestione dei beni confiscati alla mafia. L’organismo, presieduto da Rosy Bindi, ha iniziato le sue attività ascoltando i componenti del Comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza. A seguire, l’audizione dei magistrati della Dda di Palermo, guidati dal procuratore di Palermo, Francesco Messineo. La commissione ha sentito poi i giudici delle misure di prevenzione, gli amministratori giudiziari, esponenti delle associazioni di categoria e dei sindacati

Ai componenti della Commissione, il presidente del Consorzio agrigentino per la legalità e lo sviluppo, Mariagrazia Brandara, consegnerà un report delle attività svolte negli ultimi tre anni in cui si denuncia, tra l’altro, che su 107 beni sequestrati alla mafia in 13 comuni dell’Agrigentino, 54 non sono utilizzati dalle amministrazioni pubbliche, soprattutto per mancanza di risorse.

“È una materia – ha sottolineato Bindi – che richiede approfondimento e che deve essere affrontata in Parlamento, a partire dalla riforma dell’Agenzia che si è dimostrata superata dalla quantità e qualità dei beni sequestrati. Non possiamo sequestrare un bene e tenerlo inutilizzato per la società. Bisogna cambiare passo”.

“C’è un’adesione piena e convinta al programma di Renzi per combattere la mafia – ha detto il procuratore di Palermo Francesco Messineo. – Tutti i provvedimenti in campo sono utili e apprezzabili nella logica di proseguire questo impegno. Ogni programma, è chiaro, può essere implementato e reso più incisivo, ma c’è il mio pieno sostegno a questo sforzo dell’esecutivo”.

“Ci sono state fatte domande sul processo sulla trattativa Stato-mafia e su alcuni sviluppi investigativi come quelli relativi alle intercettazioni di Riina. Abbiamo chiesto che parti delle audizioni siano secretate”. Anche la trattativa, dunque, ha detto il pm Nino Di Matteo, pubblica accusa al dibattimento sul patto tra Cosa nostra e pezzi delle istituzioni, è stata al centro dell’incontro tra la commissione Antimafia e i magistrati palermitani. La circostanza è stata ribadita dal procuratore Francesco Messineo. “Si è parlato, tra l’altro – ha detto Messineo – anche del contesto di connivenze di cui gode il boss latitante Messina Denaro”.

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