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All’Ars il dibattito sulla vicenda degli ex Pip | I deputati criticano le espulsioni del governo Crocetta

All’ordine del giorno all’Ars c’è il disegno di legge sull’amianto, ma a tenere banco in Aula è il caso ex Pip. Alcuni deputati palermitani, prendendo la parola, hanno chiesto al governo di fermare le espulsioni e di rivedere i procedimenti avviati che hanno portato finora all’esclusione di 200 persone dal bacino di “Emergenza Palermo”.

Alcuni hanno perso il sussidio perché con reddito Isee superiore  20 mila euro, tetto stabilito dalla legge, altri perché non in possesso dei “requisiti morali e di buona condotta”. Intanto, in piazza del Parlamento un gruppo di lavoratori ha deciso di ‘presidiare’ pacificamente Palazzo dei Normanni.

Il forzista Vincenzo Figuccia (Fi) ha presentato un emendamento al ddl sulle variazioni di bilancio che prevede l’eliminazione della soglia del reddito minimo e la proroga dei contratti per altri due anni. L’assessore regionale al Lavoro, Ester Bonafede, ha spiegato in Aula che il governo sta solo applicando una norma, quella sul reddito Isee, “approvata dal Parlamento e che non era stata presentata dall’esecutivo”. Inoltre, l’assessore ha chiarito “che il dipartimento sta prendendo a riferimento i redditi del 2013 non interpretando la norma ma applicandola semplicemente, in quanto il progetto Emergenza Palermo è finanziato con i Pac fino al 2014”.

Il deputato Giovanni Greco (Mpa) ha parlato di “leggerezza” dell’Aula nell’approvazione della norma in Finanziaria. “Il precario espulso dal bacino perché il dipartimento Lavoro ha verificato che aveva un reddito Isee di 150 mila euro e patrimonio di 1,2 milioni – ha detto – non andava escluso: non è una colpa avere sposato una moglie ricca”.

Per il deputato Totò Lentini (Articolo 4) “non possiamo eliminare questo contributo agli ex alcolisti, drogati e detenuti (la categoria nacque circa 17 anni fa per il reinserimento lavorativo di ex detenuti e categori deboli, n.d.r.); se Regione e Comune hanno deciso di dare questo aiuto, ora bisogna mantenerlo. Diamo una possibilità a queste 80 famiglie, attraverso la modifica dell’articolo 16 della Finanziaria bis”.

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Maria Teresa Camarda

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Maria Teresa Camarda
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