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Almaviva Contact, la preoccupazione dei vertici | “Situazione di assoluta gravità”

“Una situazione di assoluta gravità”. È preoccupante il quadro presentato dai vertici di Almaviva Contact all’incontro che si è svolto a Roma con i sindacati. “L’azienda – scrivono in una nota congiunta i rappresentanti dei lavoratori – ha presentato un quadro complessivo molto complicato con un ulteriore aggravio, rispetto al maggio dell’anno scorso, di tutti quei fattori che stanno mettendo in difficoltà Almaviva e tutto il settore”.

Delocalizzazioni, contrazione delle tariffe, calo dei volumi, internalizzazioni: sono questi i fenomeni che stanno mettendo in ginocchio il settore delle Telecomunicazioni e che, nel caso particolare di Almaviva, stanno portando l’azienda ad un situazione che, nonostante il Contratto di Solidarietà in essere, è stata definita dal massimo dirigente aziendale, l’amministratore delegato del Gruppo Marco Tripi, “di assoluta gravità”. “Una condizione, che – come riferiscono fonti che erano presenti alla riunione – in assenza di reali cambiamenti di scenario competitivo in tempi brevi, potrebbe portare a reali difficoltà a garantire la continuità aziendale“.

Delicatissima la situazione delle commesse e delle gare per l’azienda:

  • Fastweb: dimezzamento dei volumi, problemi cronici di marginalità, parzialmente compensato da Sky-Fastweb.
  • Sky: volumi in valore, chiusura cosa tecnica su Milano, outbound in netto calo.
  • Mediaset: esperienza finita.
  • Comune di Roma: rinnovo fino a giugno 2014.
  • Alitalia: continuità operativa dovuta alle incertezze degli andamenti del committente, esposizione finanziaria, marginalità, necessità di adottare un nuovo modello operativo.
  • Trenitalia: possibile internalizzazione.
  • Allianz: terminata per processo di internalizzazione.
  • Eni: stabile, in gara nella prima metà del 2014.
  • Enel: leggera crescita, nuova gara 2014-2015.

Il 2013 si è chiuso con un risultato positivo di 700 mila euro – positività resa possibile solo grazie dal recupero di Irpef ed Irap (“al netto di questo evento, unico, il risultato sarebbe stato negativo”, hanno spiegato) – ma i primi mesi del 2014 hanno già fatto registrare un calo rispetto allo stesso periodo dello scorso anno.

“Un simile andamento – scrivono in una nota le segreterie nazionali di Slc-Cgil, Fistel Cisl, Uilcom Uil e Ugl Telecomunicazioni – rende quindi molto complicato la gestione della forza lavoro e dei Contratti di Solidarietà in rinnovo. Per quanto riguarda la gestione del primo anno di Solidarietà l’azienda ha annunciato di aver portato a termine 1233 spostamenti di risorse umane da commesse “scariche” a commesse con volumi sovrabbondanti, (questo dato comprende anche la ricollocazione dei lavoratori in cassa integrazione di Roma). Ma la difficile pianificazione rende, sempre a detta aziendale, non sempre facile la riallocazione di personale per poter arrivare alla percentuale omogenea del 25% su ogni singolo prevista dall’accordo”.

Per cercare di trovare una soluzione, dunque, vertici di Almaviva, sindacati e rappresentanti dei lavoratori si incontreranno nuovamente la prossima settimana. A tale proposito i sindacati hanno richiesto l’istituzione di una Commissione tecnica paritetica, con la presenza delle RSU di tutti i territori, che analizzi, nel dettaglio l’incidenza dei continui cambiamenti sui volumi di attività.

Da parte dei sindacati c’è la massima collaborazione per la definizione di un accordo. “Non sfugge, infatti, al sindacato – scrivono – come la pressione della politica del massimo ribasso, con il conseguente massiccio ricorso al fenomeno delle delocalizzazioni, stia minando alla base quelle aziende che, come Almaviva, hanno deciso di non seguire la folle politica ribassista“.

L’ad Tripi, infatti, avrebbe continuato a ribadire, durante l’incontro, l’intenzione di proteggere i lavoratori italiani. E perchè Almaviva dovrebbe sopravvivere, rispetto ad altre aziende del settore che hanno chiuso i battenti? Perchè – secondo quanto riferito da chi ha partecipato all’incontro – l’azienda ha manifestato l’intenzione, al momento, di accollarsi anche soltanto degli equilibri di bilancio o perdite annue (non superiori a un milione di euro annuo), mentre prosegue la propria politica per il conseguimento di due obiettivi contemporanei all’estero: la vendita di quote delle proprie società, da potere reinvestire in Italia, e l’espansione in altri mercati.

Maria Teresa Camarda

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Maria Teresa Camarda
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