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Niente dolce a fine pasto per i bimbi più poveri | La proposta del sindaco grillino di Pomezia

Niente dolce a fine pasto per i bambini più poveri. È questa l’idea dell’amministrazione comunale di Pomezia, guidata dal grillino Fabio Fucci, per le mense delle scuole pubbliche. Il Comune ha previsto nella gara d’appalto due menù a prezzi differenti: uno, meno caro, non prevede la somministrazione del dolce, mentre sono uguali per entrambi le altre portate.

La decisione dell’amministrazione comunale ha fatto infuriare molti genitori, che hanno visto i propri figli discriminati in base al reddito anche nella scuola pubblica, luogo in cui in teoria i bambini dovrebbero essere tutti trattati allo stesso modo. Duri gli attacchi delle altre parti politiche presenti in Consiglio: “Purtroppo – dice Walter Bianco, di Sinistra ecologia e libertà – non è la prima volta che questa amministrazione spicca per insensibilità nei confronti delle difficoltà economiche affrontate dalle famiglie che hanno figli in età scolare, tuttavia mai ci saremmo immaginati che si potesse anche solo ipotizzare una differenziazione di trattamento così odiosa, dinanzi alla quale crolla qualsiasi giustificazione, finanche quella di averne discusso preventivamente con alcuni genitori, come ha riferito la vicesindaco”.

>LA DIETA MEDITERRANEA: PRO E CONTRO

Il secondo di Fucci, Elisabetta Serra, infatti, aveva difeso il provvedimento dicendo che la “scelta nasce dalla volontà di accogliere richieste, suggerimenti e proposte giunte all’amministrazione da parte dei genitori. Ed è importante sottolineare che la differenziazione ricade esclusivamente sulla portata del dolce e di conseguenza non incide in alcun modo sui valori nutrizionali previsti per i pasti ”.  Ma i bambini “più poveri” si ritroverebbero a guardare i bambini più ricchi che mangiano il dolce che a loro non spetta. “Il pasto differenziato – ha concluso Serra – non vuole in alcun modo creare differenze nella fruizione del servizio da parte degli studenti, bensì rispondere al confronto che a partire dall’anno scolastico tuttora in corso l’amministrazione ha avuto con i genitori”.

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Maria Teresa Camarda

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  • Non è questione di ricchi che mangiano la merendina industriale (cattiva) e i poveri che si portano da casa (!!!) la merenda.

    Prima di tutto la sicurezza di tutti (ricchi e poveri): dovrebbe essere vietata l'introduzione di alimenti dall'esterno.

    Se un bambino intollerante o, alla peggio, allergico entrasse in contatto con un alimento a lui vietato, chi se ne prenderebbe la responsabilità e chi pagherebbe i danni per una morte da schok anafilattico?

    Nel capitolato non leggo nulla di queste responsabilità.

    Sul lato strettamente economico prepararsi una merenda da casa (pane, burro e marmellata) costa più di 40 centesimi.

    Se si evitasse di dire queste idiozia forse sarebbe meglio analizzare altri aspetti più concreti e reali.

    Mi aspetto una risposta.

  • Pensate che un sindaco PD, Lega o Forzista avrebbe fatto meglio? sicuramente correggeremo!

  • Sta storia mi puzza da solita bufala propagandistica.
    E comunque siete dei DELINQUENTI se date ai bambini il dolce dopo mangiato!!! Servirete solo a creare bambini obesi, altroché "i poveri avranno un trauma"! Ne guadagneranno in salute (se la storia fosse vera).

  • Maurizio, per quanto riguarda la sicurezza, ti incollo il commento su questo stesso articolo di Dario Vitiello: ho fatto una ricerca, è un consigliere comunale di Pomezia.

    "Dario Vitiello
    scrive:
    20 maggio 2014 alle 12:55
    Questa dei bambini poveri è la strumentalizzazione più bieca che abbia mai letto fino ad oggi.
    Il menù ridotto, così si chiama la possibilità di scelta (che non è nè di destra e nè di sinistra), offerta ai genitori, ricchi o poveri che siano, più attenti all’alimentazione dei propri figli, dà la possibilità di mangiare la merenda fatta in casa, quella più buona della “sana” merendina industriale, che costerà anche il 10% in meno.
    Abbiamo sentito il parere della Commissione Mensa, della A.S.L., ma se si vuole credere abbiamo dato voce ad una parte dei genitori."

    Poi, rispondo a: "Sul lato strettamente economico prepararsi una merenda da casa (pane, burro e marmellata) costa più di 40 centesimi."
    Appunto! La questione non è di chi è ricco e chi è povero, come viene invece sostenuto negli articoli che hanno alzato questo polverone!

  • Questo di differenziare un menù a dei bambini è una vera azione discriminante verso chi è più povero. Perchè il comune non risparmia sui privilegi della classe dirigente e sugli sprechi... Quello che è peggio che tutto ciò viene attuato da un sindaco del Mov5stelle. Grillo in questo caso cosa ne pensa? perchè non ha espulso questo sindaco che per far cassa vuole risparmiare sui più deboli?...

  • Per dei bambini si dovrebbe scegliere un menù ricco leggero equilibrato nelle sostanze nutritive ricco di frutta e verdura. non dolce o altre bombe caloriche....

  • pasqui, il dolce, anche se chiamato così nel menù, è in realtà la merenda del pomeriggio, come ha detto anche Fucci, sindaco di Pomezia.

  • non saprei che dire..ineffetti non mi sembragiusto che qualcuno abbia il dolce ed atri no..mi é venuto in mente perché non fare il menu uguale (ese i genitori dei bambini piú ricchi volessero il dolce,si metterebbe una macchina automat con snickers e cose cosí-alla fine se lo potrebbe permettere chi vuole e nessuno sarebbe povero o ricco..ma insomma se ne avesse voglia o meno se lo prenderebbe..poi dai...menu?noi in mensa avevamo certe schifezze e potevi pagare cosa volevi...adesso ci distinguiamo cosí?quelli col dolce e quelli senza...un po ridiclo..fagli bene il primo ed il secondo pasto...saluti

  • Non è niente di così scandaloso! Molti sanno solo alzare inutili polveroni e far trasparire notizie relativamente "normali" come "genocidi della razza umana", vengono utilizzate soltanto parole esagerate e aspre perchè il popolo Italiano è capace solo di criticare.
    Propongo ora un quesito: nelle scuole medie o superiori dove non è previsto il pasto e magari ci sono distributori automatici di viveri, il pasto è garantito a tutti? O è regolato in base all'apporto di denaro che riceve ogni singolo studente dalle famiglie? Bhè questa differenziazione del pasto è alla base della legge dell'economia e se un genitore non può permettersi il dolce per il proprio figlio questo vi rinuncerà come dovra farlo in un contesto familiare e non prettamente scolastico...spero di essere stato chiaro.

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Pubblicato da
Maria Teresa Camarda
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