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I consumi delle famiglie indietro di 10 anni | Si abbassano qualità e quantità del cibo acquistato

Le famiglie che hanno ridotto quantità e qualità del cibo continuano ad aumentare. Il quantitativo di spesa dedicato agli acquisti alimentari però rimane piuttosto stabile passando da 468 euro a 461, ma resta significativo il calo di consumi di carne che perdono 3,2 punti percentuali.

Ma non è solo la quantità del cibo ad essere diminuita. La parte di spesa destinata a cibo e bevande è cresciuta dal 19,4 per cento del 2012 al 19,5 per cento del 2013, questo a causa anche della diminuzione dei consumi non alimentari delle famiglie che scelgono sempre più spesso l’hard discount per gli acquisti alimentari. A discapito di supermercati e negozi tradizionali gli hard discount ora rappresentano il 14,4 per cento dei prodotti acquistati per la spesa alimentare dalle famiglie italiane.

La metà delle famiglie italiane spende meno di 1.989 euro al mese nel solo 2013. A rilevarlo l’Istat che ad oggi registra il valore mediano della spesa mensile in diminuzione del 4,3 per cento nell’ultimo anno portando la spesa delle famiglie sotto i duemila euro. Spesa che nel 2012 era, di poco superiore, pari a 2078 euro. La spesa media per le famiglie, nel 2013, è uguale a 2.359 euro, in diminuzione nel confronto con l’anno scorso del 2,5 per cento.

Anche in termini reali è diminuita la spesa che è ai suoi livelli più bassi dagli ultimi dieci anni, nel 2004 infatti la spesa media era di 2.381 euro. A decrescere significativamente sopratutto la spesa non alimentare che secondo l’istituto di statistica risulta “significativamente in calo rispetto al 2012” e si attesta ad una spesa di 1.898 euro. I diminuzione, più che altri prodotti, abbigliamento e calzature che persono l’8,9 per cento, le spese per il tempo libero e la cultura in diminuzione del 5,6 per cento e quelle per le comunicazioni che diminuiscono del 3,5 per cento.

 

 

Redazione

Si24 è un quotidiano online di cronaca, analisi, opinione e approfondimento, fondato nel 2013 e con sede a Palermo. Il direttore responsabile ed editore è Maria Pia Ferlazzo.

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