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Tragedia ad Agrigento, esplode un vulcanello | Muore una bimba sommersa dal fango /VD

Un’esplosione improvvisa, una colonna di fango che zampilla e schizza come se una bomba fosse caduta sul terreno, il terrore e le grida dei turisti. Questa la scena avvenuta verso le 12.30 nella riserva naturale di Macalube d’Aragona dove un cosiddetto ”vulcanello freddo” è improvvisamente esploso eruttando gas e fango e coinvolgendo una famiglia di Joppolo Giancaxio: una bambina di sette anni è morta, il fratello di nove è disperso mentre il padre, un carabiniere Rosario Mulone, è salvo e partecipa alle ricerche insieme a carabinieri polizia, protezione civile.

La famiglia distrutta nella tragedia ad Aragona, con l’esplosione di un’intera collina nella riserva dei vulcanelli, oggi festeggiava il compleanno di 9 anni del bambino scomparso tra la montagna di fango e detriti. Era stato proprio il festeggiato a chiedere al padre di portarlo a vedere quello strano e affascinante fenomeno naturale. Il genitore aveva cosi’ deciso di andare nella riserva Maccalube con i due figli.

La madre, Giovanna Lucchese, straziata dal dolore, ai piedi della collina in lacrime ha chiamato per nome i suoi due figli. La donna si è poi seduta su una panchina portata vicino ad un’ambulanza da alcuni volontari della riserva, a poche decine di metri dal fango che ha inghiottito i suoi figli. Accanto a lei si è seduto il marito. Vicino a loro si trovano due carabinieri e un sacerdote.

L’esplosione sarebbe avvenuta in una zona in cui è consentito il passaggio delle persone senza alcuna precauzione. Per le ricerche sono utilizzati anche cani soccorritori. Le forze dell’ordine stanno cercando di capire se vi siano altre persone disperse anche controllando le targhe delle auto che sono posteggiate nel parcheggio di accesso alla riserva.

La Procura di Agrigento ha aperto un’inchiesta sull’esplosione di un vulcanello nella riserva Maccalube ad Aragona-Caldare. Sul posto, per coordinare le indagini, è presente il sostituto procuratore Carlo Cinque. La Regione siciliana ha ordinato la chiusura della riserva.

Nella riserva, a 4 chilometri dal centro abitato di Aragona e a 15 da Agrigento, vi sono pozze di fango argilloso che sobbollono e a volte avvengono eruzioni di grossa entità a causa del metano presente nel sottosuolo con espulsione di fango caldo, gas e acqua. La riserva è gestita da Legambiente.

Risale a sei anni fa l’ultima violenta esplosione dei vulcanelli nella riserva Maccalube di Aragona, istituita nel 1995 e gestita da Legambiente Sicilia. “Non avevamo registrato un preallarme di alcun tipo, mezz’ora prima i nostri operatori erano sulla collina dei vulcanelli e tutto era normale. All’improvviso poi è accaduta la tragedia”. Lo riferisce all’ANSA Mimmo Fontana, presidente regionale di Legambiente, e direttore della riserva Macalube di Aragona (AG).

Le maccalube, dall’arabo maqlùb terra che si rivolta, sono un esempio del fenomeno geologico denominato “vulcanesimo sedimentario”. L’area si trova a circa 15 chilometri da Agrigento. Tra il 2002 e il 2008, le maccalube o “vulcanelli” sono state al centro di un fenomeno che ha prodotto profonde fenditure nel terreno e la formazione di una vasta collina a seguito di forti esplosioni con riversamenti di quantità enormi di argilla e fango. Il fenomeno è legato alla presenza di terreni argillosi poco consistenti, intercalati da livelli di acqua salmastra, che sovrastano bolle di gas metano sottoposto a pressione.

Il gas, attraverso discontinuità del terreno, affiora in superficie, trascinando con sé sedimenti argillosi ed acqua leggermente salata a temperature comprese tra i 20 ed i 25 °C, che danno luogo a un cono di fango la cui sommità è del tutto simile a un cratere vulcanico. La consistenza dei fanghi argillosi è a volte così liquida, come nella zona di Caltanissetta, da non permettere la formazione di veri e propri coni vulcanici. Altre volte il fenomeno assume carattere esplosivo, con espulsione di materiale argilloso misto a gas e acqua scagliato a notevole altezza.

ECCO IL FENOMENO NATURALE

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Si24 è un quotidiano online di cronaca, analisi, opinione e approfondimento, fondato nel 2013 e con sede a Palermo. Il direttore responsabile ed editore è Maria Pia Ferlazzo.

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