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Eolie, scoperta una nave affondata 2000 anni fa | Le ricerche con due mini sommergibili /FT

A 130 metri di profondità è stata ritrovata una nave affondata 2000 anni fa. La scoperta è stata fatta nell’ambito di alcune ricognizioni archeologiche subacquee in alto fondale nel mare di Pantelleria e delle isole Eolie. Condotte dalla Soprintendenza del Mare in collaborazione con la Global Underwater Explorers (GUE) che ha messo a disposizione due mini sommergibili biposto dotati di braccio meccanico e attrezzature di documentazione videofotografiche. Oltre alla nave è stato rinvenuto un antico altare con decorazione in rilievo ad onde marine che dimostra che a bordo delle antiche navi si facevano sacrifici agli dei per propiziarsi la navigazione.

Le ricerche sui siti indicati dalla Soprintendenza del Mare sono state effettuate con due sommergibili “Triton submersibles” e con l’impiego di subacquei altofondalisti. La campagna di esplorazioni archeologiche in alto fondale è stata condotta nelle acque di Pantelleria, Lipari e Panarea. Coordinata per la Soprintendenza del Mare. A Pantelleria sono state effettuate ricognizioni subacquee sui fondali di Cala Levante, Cala Tramontana e Cala Gadir fino a profondità di oltre 100 metri individuando vari areali con presenza di anfore di varia tipologia (principalmente greco-italiche e puniche).

“Di relitti antichi e moderni nella mia lunga carriera di archeologo ne ho visto e toccato a decine – Ha detto il Soprintendente del Mare Sebastiano Tusa – ma essere riuscito a raggiungere un relitto di una nave naufragata 2000 anni fa che si trova nel buio e nel silenzio di 130 metri di profondità mi ha dato un’emozione indescrivibile che non avevo mai provato. Il risultato più eclatante è stata la scoperta di un reperto eccezionale: un altare in terracotta su colonnina con decorazione in rilievo ad onde marine”.

L’attività più consistente e di successo si è avuta con il relitto di Panarea III, già identificato nel 2010 in seguito ad una campagna di rilevamenti a mezzo side scan sonar con la collaborazione della Fondazione Aurora Trust. In particolare si è notato che la maggior parte delle anfore sono del tipo greco-italico, ma una consistente parte era anche costituita da anfore puniche posizionate su una estremità del carico che si ipotizza essere la parte prodiera.

Alessia Rotolo

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Alessia Rotolo
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