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Quaranta anni fa si spegneva Vittorio De Sica e nasceva la leggenda del maestro del cinema /FT

Il 13 novembre di 40 anni fa, nel borgo parigino di Neuilly sur Seine, si spegneva Vittorio De Sica. A 73 anni tramontava un esponente inimitabile del cinema e della cultura italiana, attore dei ‘telefoni bianchi’, tra i fondatori del Neorealismo con Sciuscià e Ladri di biciclette.

Fu il suo cinema a portare all’Italia i primi Oscar e a fare di lui il regista italiano più premiato, avendo ottenuto ben quattro statuette. De Sica compì il suo esordio dietro la macchina da presa nel 1939 sotto l’egida di un potente produttore dell’epoca, Giuseppe Amato, che lo fece debuttare nella commedia Rose scarlatte. Fino al 1942 la sua produzione da regista non si discosta molto dalle commedie misurate e garbate simili a quelle di Mario Camerini: ricordiamo Maddalena… zero in condotta (1940) con Carla Del Poggio e Irasema Dilian, e Teresa Venerdì (1941) con Adriana Benetti e Anna Magnani. A partire dal 1943, con I bambini ci guardano (tratto dal romanzo Pricò di Giulio Cesare Viola) iniziò, insieme a Zavattini ad esplorare le tematiche neorealiste.

Ebbe anche un proficuo rapporto con Alberto Sordi, che tentò di lanciare nel 1951 producendo e dirigendo anonimamente Mamma mia, che impressione! e col quale recitò in diversi film, tra i quali sono da menzionare Il conte Max, Il moralista e Il vigile. Il risultato più alto del connubio è probabilmente in un sottovalutato film diretto dallo stesso Sordi, Un italiano in America(1967).

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