Lontano l’accordo tra la Grecia e l’Unione finanziaria per il via libera agli aiuti finanziari ad Atene. “Ancora non ci siamo” ha laconicamente spiegato la situazione il portavoce della Commissione Ue aggiungendo che “continuano le discussioni costruttive che richiederanno anche una missione tecnica in Grecia per valutare una serie di fatti”.
In pratica da Bruxelles vogliono capire in che modo le autorità elleniche potranno mantenere gli impegni assunti e hanno annunciato che “prima di Pasqua” dovrebbe tenersi una riunione per teleconferenza dell’Eurozone working group, che rappresenta i governi, per fare il punto del negoziato.
Ma, secondo fonti di stampa straniera, l’Eurogruppo avrebbe ricevuto il nuovo piano di riforme solo in lingua greca e non tramite comunicazioni ufficiali ma via mail da un dispositivo mobile. Un’indiscrezione che, se confermata, dimostrerebbe che la negoziazione tra la Grecia e Bruxelles andrebbe avanti in maniera “poco ortodossa”, lontano dai canali istituzionali. C’è da dire, comunque, che finora la lista di riforma è solo un’enorme bozza: prima dell’erogazione delle risorse straordinarie sarà necessaria l’approvazione di Ue-Bce-Fmi e il vaglio di una riunione dei ministri delle Finanze europei che potrebbe slittare a dopo Pasqua.
Le proposte di Atene per sbloccare 7,2 mld necessari per evitare il default prevedono misure per lotta all’evasione, il rialzo dell’Iva sul settore turistico, l’aumento dell’imposizione su alcolici e sigarette, e alcune privatizzazioni, con cui Atene stima di portare il surplus primario all’1,3% e la crescita all’1,5% nel 2015. Previsioni che però sono considera ottimistiche e che gli stessi creditori giudicano insufficienti.
Secondo il Wall Street Journal, il nuovo piano di aiuti presenterebbe “proposte frammentarie, vaghe” che nemmeno “i responsabili greci sono in grado di spiegare tecnicamente cosa comportassero alcune di queste”, e quindi la speranza è che la prossima settimana “presentino qualcosa di più competente”.