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Termina la quinta edizione del Sicilia Queer Filmfest: ecco i vincitori /FT /VD

In occasione dell’ultima serata in programma, il Sicilia Queer Filmfest 2015 si è trasformato in una specie di piccola Cannes tutta palermitana. Ieri sera i Cantieri Culturali alla Zisa si sono riempiti di gente che, tra pizzette fritte, panini e birre, si è accalcata di fronte al palco allestito per la premiazione Queer Short.

Il premio come miglior cortometraggio è andato a “Mondial 2010” di Roy Dib che, a dire della giuria internazionale (composta dai cineasti Véronique Aubouy, Roberto Castón, Benjamin Crotty, dal selezionatore Davide Oberto e dalla scrittrice Tiziana Lo Porto), si è dimostrato “capace di raccontare la complessità dei sentimenti”. Lo stesso corto è stato oggetto di una menzione speciale da parte della giuria del coordinamento “Palermo Pride”, che nonostante abbia criticato l’assenza del tema dell’omosessualità femminile nelle diverse pellicole visionate, ha apprezzato la scelta effettuata da Roy Dib di non inquadrare mai i protagonisti e, soprattutto, la nuda e cruda riflessione sulla realtà politica israelo-palestinese.

“Mondial 2010” racconta, infatti, il viaggio di una coppia omosessuale di Beirut verso Ramallah, città palestinese che vive duramente la presenza sempre più pressante di nuovi presidi israeliani. I due uomini, impossibilitati a palesare il proprio amore a causa delle pressioni politiche e sociali esercitate nel mondo arabo nei confronti dei cittadini gay, vivranno in maniera pressoché asincrona e differente la visita turistica a Ramallah.

Menzione speciale da parte della giuria internazionale ha avuto anche “Trémulo” di Roberto Fiesco in quanto espressione di quel “cinema che rivendica di essere sentimentale”. Il corto, ambientato in Messico, racconto la nascita dell’amore fra il giovane Carlos, che spazza e pulisce il pavimento di una bottega di barbiere, e Julio, un cliente passeggero. Alla vigilia della festa dell’indipendenza, quando la bottega chiude, i due trascorrono la notte insieme, mangiando, parlando e ballando, ma con la malinconia di chi sa che si tratterà di un incontro breve: una storia molto romantica e delicata.

L’ultimo premio è andato a “Bad at dancing” di Joanna Arnow, riconosciuto dalla giuria dei cento autori, una delle associazioni che ha sostenuto il festival, perché “film originale e toccante che racconta con ironia la solitudine e il disagio di abitare nel proprio corpo”. Il corto, infatti, ha per protagonista Joanna, che sente di essere una ruota di scorta e sembra provare invidia nei confronti della sua vitale e carismatica compagna di stanza.

A seguito della premiazione, prima della proiezione dei tre corti vincitori, sono stati trasmessi altri due cortometraggi: “Officium” di Giuseppe Carleo e “Stonewall” di Francesco Scarponi. “Officium”, già insignito del premio come miglior regia al Cortocinema di Pistoia, è stato presentato per la prima volta a Palermo e, nel narrare la storia di tre donne di nome Rosa immerse nelle loro fantasie oniriche ricche di desideri erotici, di riscatto sociale e di ricordi passati, ha subito conquistato il pubblico presente in sala. Curiosa anche la partecipazione del sindaco Leoluca Orlando che, non solo ha voluto assistere alla prima palermitana del nuovo corto di Carleo, ma vi ha pure partecipato come comparsa. “Stonewall”, invece, si presenta a tratti come un documentario, corredato dai disegni dello stesso  Scarponi atti a rievocare gli scontri scoppiati tra il 27 e il 28 giugno 1969 a New York presso lo Stonewall Inn, un bar all’interno del Greenwich Village: da essi nascerà il movimento di liberazione gay (Gay Liberation Front) negli Stati Uniti. Un anno dopo questo avvenimento migliaia di persone parteciparono, infatti, al Christopher Street Liberation Day, il primo Gay Pride della storia.

Nel chiudere la manifestazione, Andrea Inzerillo, direttore artistico del Sicilia Queer Filmfest, ha tenuto a rivendicare l’importanza del progetto: “ci auguriamo, insomma, che questo progetto possa avere il sostegno di tutti voi perché con la crescita di questo festival noi speriamo di dare uno spazio di alternative e di approfondimento a questa città”.

Claudia Argento

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Claudia Argento
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