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Juventus-Barcellona, il giorno della Champions | Tutta l’Italia (quasi) tifa un’impresa bianconera

Qualcuno avrà dormito poco, qualcuno per niente. Ma poco importa. E’ il giorno della finale, il giorno più lungo per Juventus e Barcellona. Il giorno in cui non conta altro che un gol in più degli avversari. In  palio c’è la Champions, il prestigioso titolo di campione d’Europa. In palio c’è anche il “triplete” (campionato, Champions, coppa Nazionale), un’impresa non comune riuscita già una volta al Barca (2009) e mai alla Juventus. In Italia solo l’Inter c’è riuscita (2010) con Mourinho in panchina. Sia Juve che Barcellona hanno già vinto i primi due trofei, adesso c’è il passo più difficile e più importante.

JUVENTUS SFAVORITA? Il Barcellona è largamente favorito. I bookmakers dicono: spagnoli a 1,61, bianconeri a 6. Un’enormità, in termini di scommesse. Ma la Juventus può rilassarsi. Raramente le finali sono così scontate e non sempre vincono i più forti. Il Barcellona lo è, più forte. Ma la Juve non è arrivata in finale per caso. A volte ha sofferto, ha volte ha anche meritato poco ma è arrivata a un traguardo che nessuno poteva pronosticare, nemmeno i bookmakers che l’avevano collocata in fondo alla lista delle migliori otto. Il calcio è così, e in una partita può succedere di tutto. Specie se ti chiami Juventus, vinci da quattro anni il campionato italiano, hai un carattere da combattimento e una splendida organizzazione di gioco che riesce a compensare il gap tecnico. 

Messi, Neymar e Suarez non si discutono. Nessuno, nè in Europa nè nel Mondo, anche a livello di Nazionale, può vantare un simile tridente. Ma la Juve ha un grande portiere e un’ottima difesa, solo parzialmente indebolita dall’assenza di Chiellini: Barzagli, il sostituto, è un campione del Mondo e dà ampie garanzie. E Pirlo non è roba da poco, come del resto Pogba e Marchisio, spine dorsali di un centrocampo efficiente. E Tevez è un talento velenoso che non aspetta altro che la zampata vincente.

ORGOGLIO: Abbiamo spesso denigrato l’Italia del calcio per il poco che ha saputo esprimere nell’ultimo quinquennio, anche a livello di organizzazione. Ma la Juve fa eccezione perchè ha costruito una bella macchina da guerra spendendo meno della metà degli spagnoli. L’Italia, anche quella antijuventina, deve andare orgogliosa, comunque vada a finire. Se una squadra italiana vince la coppa dei Campioni non può che beneficiarne tutto il movimento. A proposito, accanto alla moltitudine di juventini in trepidazione a casa e a quelli in viaggio per Berlino, c’è già un drappello di appassionati italiani pronti a festeggiare una eventuale vittoria del Barcellona. Si consoli la Juve, c’è anche una bella fetta di spagnoli (soprattutto madridisti) a cui non dispiacerebbe una vittoria bianconera.

LA PARTITA: La Juventus sarà in campo con 4-3-1-2: Barzagli al posto di Chiellini non dovrebbe cambiare l’assetto classico che ha subito così pochi gol. Marchisio e Pogba ruoteranno attorno all’attesissimo Pirlo (per lui sarà l’ultima gara in bianconero), Vidal supporterà da vicino la ormai collaudata coppia d’attacco Tevez e Morata. Barcellona con l’intramontabile 4-3-3 che con poche e sfumate differenze è il marchio di fabbrica della società catalana fin dai tempi di Crujff. Nessun problema particolare per Luis Enrique (ex allenatore della Roma e al debutto con il Barca come Allegri lo è con la Juve) che recupera Iniesta al 100%. Luis Enrique ha già fatto dimenticare la splendida epoca di Guardiola (come Allegri ha “cancellato” Conte) e ha un po’ modificato il modo di giocare: qualche lancio lungo in più, meno tiki taka, e più sacrificio da parte degli attaccanti. Forse tre anni fa il Barcellona era teoricamente più forte, adesso sembra più pratico. Chi attaccherà per primo? Al di là delle dichiarazioni ufficiali degli allenatori siamo convinti che sarà la Juventus a partire in quarta e a rischiare di più perchè Allegri sa che lasciare l’iniziativa al Barcellona può essere fatale. Ma come spesso accade in una finale secca può essere decisivo l’episodio: un rigore (Tevez?), una punizione di Pirlo, una “legnata” di Pogba o Marchisio dalla distanza, magari un colpo di testa di Bonucci su corner. Ma bisognerà correre tanto, non mollare nemmeno un attimo la concentrazione. Tutte cose sulle quali la Juventus dà garanzie.

STATISTICHE: Le abbiamo lasciate per ultime, anche per scaramanzia. Perchè i numeri non sono favorevoli. Entrambe le squadre sono all’ottava finale ma la Juve ne ha vinte solo due su sette (e una, quella dell’Heysel, è ancora una ferita aperta dopo 30 anni), mentre il Barcellona ne ha vinte quattro. Soltanto Benfica e Bayern, nella storia della Coppa, hanno perso 5 finali, se alla Juventus dovesse andare male sarebbe “record”. Ma la Juve ha “fame”. L’ultima finale è di 12 anni fa (28 maggio 2003 contro il Milan) e andò male, come male erano andate le finali con Real Madrid (98) e Dortmund (2007). L’ultima vittoria risale al 1996, contro l’Ajax, all’Olimpico di Roma (chi ricorda il rigore decisivo di Jugovic?). Tra gli 11 in campo ce ne sono quattro che la Champions l’hanno già vinta: Pirlo (Milan 2003, 2007), Evra e  Tévez (Manchester United  2008) e  Morata (Real Madrid 2014).

IL CIELO DI BERLINO: Se i numeri autorizzano gesti scaramantici, consoliamoci con i luoghi. Si gioca a Berlino. Il ricordo è ancora fresco, 2006, finale del Mondiale tedesco tra Italia e Francia vinta ai rigori dagli azzurri. Sventolare il tricolore o il bicolore (bianco e nero) sotto il cielo di Berlino sarà un bel tuffo nel passato.

 

Guido Monastra

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Guido Monastra
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