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Migranti, l’Ue si defila: Italia sempre più sola | Slitta a ottobre la decisione sulle quote

Non ci saranno decisioni formali sui ricollocamenti intra-Ue di 40 mila richiedenti della protezione internazionale, 24 mila dall’Italia e 16mila dalla Grecia. Fonti del Consiglio Ue evidenziano nette divisioni sul meccanismo basato su una chiave di ripartizione obbligatoria, proposto dalla Commissione europea. La riunione degli Affari interni Ue prevista per martedì prossimo non sarà dunque decisiva.

Il clima è sempre più rovente sul fronte immigrazione, sia in campo nazionale che internazionale.

L’ultima dichiarazione è del ministro Angelino Alfano che dalle colonne di “Repubblica” ribadisce la volontà di andare avanti. “Non è che ci fermiamo perché i leghisti minacciano di occupare le prefetture. E’ una questione di giustizia e solidarietà nazionale con il Sud, che finora si è fatto carico di gran parte del peso. E premieremo i comuni che si dimostreranno solidali”.

E se in Italia a tenere banco sono sempre le polemiche politiche, in Europa i nodi principali restano i criteri individuati per la chiave di ripartizione e l’obbligatorietà proposta dall’esecutivo comunitario appunto per il ricollocamento intra-Ue di 40mila migranti che richiedono protezione internazionale in due anni, contro la base volontaria stabilita dai leader Ue nel summit straordinario di aprile.

Ci sarebbero, dunque, troppo pochi giorni per arrivare al prossimo 16 giugno con una soluzione definitiva. Fonti del Consiglio europeo non escludono che la decisione slitti addirittura ad ottobre, sotto la presidenze del semestre del Lussemburgo, al via dal primo luglio.

Fonti della commissione europea fanno sapere che l’esecutivo produrrà anche un documento sui rimpatri dei migranti economici. La linea è quella di intensificarli, velocizzandoli, rafforzando il ruolo di Frontex, e lavorando a una maggiore collaborazione con i Paesi di origine per la riammissione.

L’obiettivo è di innalzare la soglia dei rimpatri ben oltre il 39,2% della media Ue del 2013. Un tema legato anche ai fotosegnalamenti e alla raccolta delle impronte digitali.

Anche Atene, così come l’Italia, ha fatto sapere che il numero proposto per i ricollocamenti è troppo basso, dalla Grecia sarebbero dovuti andar via circa di 16mila persone. Le nazioni contro il dossier sono Ungheria e Repubblica Ceca. Polonia, Bulgaria e Romania, con i Paesi baltici, e la Spagna chiedono che il meccanismo sia su base volontaria.

A favore sono Germania, Francia, Austria, Olanda, Svezia, Lussemburgo, Cipro, Malta, Belgio anche se, tra questi, c’è chi vuole una revisione dei parametri per la ripartizione.

Per affrontare l’emergenza, Roma potrebbe utilizzare le caserme. Le prime due sono state individuate in Lombardia e in Veneto ed entro pochi giorni il ministro dell’Interno Angelino Alfano potrebbe indicare altre strutture. Non si esclude la possibilità di requisire edifici.

 

Denise Marfia

Il giornalismo è passione rimasta intatta dopo oltre 16 anni di lavoro. 'Nata' giornalisticamente in TV, ho collaborato con diversi quotidiani e radio. Ho curato uffici stampa della pubblica amministrazione e di enti. Lavoro presso l'Istituto Superiore di Giornalismo. Settore di competenza: cronaca nera, politica e sportiva.

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