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Chiusura del Cocoricò, Alfano mantiene linea dura | Il titolare del locale: “Faremo ricorso al Tar”

Tolleranza zero contro “lo sballo che uccide”: questa la linea del ministro dell’Interno e leader di Nuovo Centro Destra, Angelino Alfano, dichiarata durante un’intervista al Corriere della Sera. “Non possiamo rimanere a guardare i ragazzi distruggersi il cervello e rischiare la vita. Se non addirittura perderla“.

E si torna sulla vicenda del Cocoricò, chiuso in seguito alla morte del 16enne che aveva preso una pasticca di ecstasy all’interno del locale. Linea dura anche contro lo spaccio nei locali: “Non esiste linea dura contro le discoteche, ma contro la vendita e la cessione di droga nelle discoteche”. Questo potrebbe portare alla chiusura di altri locali, quelli “che non rispettano la legge”. La strategia più efficace, per Alfano, è quella adottata sinora: “Controlli a tappeto nei locali dove è più alto il rischio di spaccio. Ho emanato direttive affinché vengano effettuati il maggior numero di interventi per verificare le condizioni dei conducenti. Se vogliamo ottenere risultati, abbiamo bisogno della collaborazione di tutti”.

L’appello del ministro sarebbe rivolto in particolare “ai genitori. Il numero verde attivato per le segnalazioni relative alle scuole ha avuto un successo inaspettato. Contiamo di poter raggiungere lo stesso obiettivo in questo settore”. E contro i genitori che contestano la chiusura del Cocoricò, Alfano ritorna sulle sue posizioni e dichiara di “dover seguire la linea dura. Chi rappresenta istanze del territorio (mostrando il disappunto per la chiusura del locale, ndr.) è particolarmente attento alle esigenze occupazionali e imprenditoriali. Noi pensiamo di salvaguardare l’impresa dell’intrattenimento tenendo lontano spacciatori e droga, e riaffermando che ci si può divertire fino all’alba anche senza impasticcarsi o ubriacarsi di superalcolici“.

La questura ha deciso la chiusura del Cocoricò per 4 mesi: si schiera contrariamente Fabrizio De Meis, uno dei cinque azionisti del locale di Riccione, che annuncia infatti un ricorso al Tar. “Il fatturato del 2014 – ha spiegato in conferenza stampa – oscillava tra i 3,5 e i 4 milioni di euro. La chiusura per 4 mesi comporterà una perdita di utili per 1,5/2 milioni. 200 famiglie si ritroveranno senza lavoro, e purtroppo tutti noi continueremo a non avere mezzi utili per battere la logica dello sballo, logica che il Cocoricò ha sempre tentato di battere, favorendo un divertimento sano e sicuro “. Poco tempo fa, il locale aveva proposto di approvare una normativa che prevedesse l’applicazione di un daspo per chi avesse spacciato o usato droghe e l’utilizzo di un tampone all’ingresso dei locali, per controllare se gli avventori non avessero già assunto droghe”.

Rincara la dose Matteo Salvini, leader di Lega Nord, intervistato da Radio Cusano Campus: “Un segnale andava dato, ma il problema non lo risolvi chiudendo una discoteca per 4 mesi. Il problema è culturale. Sicuramente la politica, con l’ultima idea di liberalizzare la cannabis, non aiuta, perché il messaggio che passa è che una pasticca non fa poi tanto male, una canna non fa poi tanto male. Questa proposta di legalizzare è pericolosa, perché passa il concetto che ci sono droghe che fanno meno male di altre. Se persino in parlamento dicono che alcune droghe possono essere vendute dallo Stato, magari un ragazzo pensa di prendersi una pasticca in discoteca, e poi ci rimane“.

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  • Invece di chiudere le discoteche,Alfano cominciasse a cacciare il Questore di Rimini dimostratosi un'inetto nel contrasto dello spaccio della droga che in Romagna si compra anche al Supermercato.

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