L’incidente che ha visto un masso distruggere una casa, uccidendo una donna, si era già verficato nel febbraio 2009, quando a pochi metri di distanza (in contrada coda di volpe) un grosso masso si staccò dal monte di Capo Gallo e distrusse la casa di Pietro Lugaro, commerciante palermitano di 48 anni.
Il commerciante si salvò per miracolo assieme alla moglie, alle sue figlie( allora di 9 e 3 anni) e ai suoi suoceri e sua cognata, presenti nell’abitazione al momento del fatto. Ci sono voluti 4 anni per mettere in sicurezza il costone e permettere il rientro nella casa, gravemente danneggiata dalla frana.
Lugaro ha raccontato quei tragici momenti: “Erano le 5.55 del 13 febbraio 2009. Sembrò quasi un terremoto infinito. Dopo che il tremore si calmò, essendo completamente al buio e convinti si fosse solo rotto qualche vetro. Fu mio suocero al mattino a mostrarci gli effetti di quella frana che aveva sfiorato le nostre vite”.
Lugaro, inoltre critica l’operato delle autorità: “I lavori fatti allora hanno messo in sicurezza solo la parte di costone che si affaccia sulla nostra casa. La protezione civile censì, però, almeno 30 o 40 altri grandi massi a rischio frana. Sono ancora tutti lì“. Il costone in questione è lo stesso della tragedia di oggi. “Non saranno più di duecento metri dal luogo della tragedia di oggi – dice preoccupato Pietro Lugaro – sono tragedie annunciate. Lo sanno tutti come stanno le cose e quale sia il rischio”.
(foto di repertorio)