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Polizze unit linked, ecco i rischi principali | Gli investitori “consapevoli” sono pochi

Da circa due anni, le cosiddette unit linked stanno facendo i conti con un successo davvero inaspettato. Molto probabilmente, ad aver agevolato la loro ascesa sono stati i tassi di interesse molto bassi che, ovviamente, hanno spianato la strada ai rendimenti delle gestioni tradizionali. A tale riguardo, però, è necessario non sottovalutare il ruolo di Solvency II e delle sue regole del tutto rinnovate. Solvency II, infatti, ha consentito alle unit linked di diventare decisamente convenienti agli occhi delle compagnie.

La domanda, però, sorge spontanea. Sono sicure per tutti coloro che intendono procedere con la sottoscrizione? Sul finire del 2015, l’organo europeo che si occupa di vigilare sulle assicurazioni, aveva lanciato un grido d’allarme piuttosto preoccupante. Il timore è che i tassi di interesse così bassi possano rappresentare un vero e proprio boomerang nei confronti di tutti i consumatori.

I rischi, infatti, sono davvero tanti ed i consumatori, dal canto loro, o non ne vengono informati o, ancor peggio, non sono nella condizione di poterli affrontare. Il fatto, quindi, è che i consumatori fanno molta fatica a capire l’entità dei rischi e, quindi, si avventurano in operazioni a dir poco fallimentari. In termini molto meno complessi e tecnici, le unit linked sono prodotti che non hanno garanzie né in termini di rendimento e né, tanto meno, per quanto riguarda la restituzione del capitale investito. Senza alcun dubbio, grazie ad articolate e talvolta troppo specifiche operazioni finanziarie gli investitori avrebbero la possibilità di salvare qualcosa ma il rischio di perdere una parte del capitale c’è ed è tangibile.

Al momento, è possibile stipulare una seconda polizza vita che dovrebbe funzionare come garanzia nell’eventualità in cui qualcosa dovesse andare storto. Tale alternativa, però, non è affatto una consuetudine. Pare che, invece, a funzionare sia la strategia delle polizie cosiddette ‘ibride’ che possono tentare di arginare eventuali perdite. Una cosa è certa: tali prodotti assicurativi sono i più venduti del momento e consentono alle compagnie di generare guadagni da capogiro. Siamo alle prese con un prodotto finanziario e, allo stesso momento, assicurativo che sembra convincere non poco i risparmiatori.

Il punto focale, però, è sempre lo stesso: gli investitori sono al corrente dei rischi che corrono? Difficile a dirsi. I prospetti, infatti, non sono mai troppo facili da leggere e da interpretare. Ad onor del vero, però, in essi sono contenuti tutti i rischi che ci si assume in occasione della sottoscrizione del contratto e, dunque, dopo la firma si è vincolati che se ne abbia consapevolezza oppure no. A questo punto, non resta che capire quali saranno i futuri scenari e, soprattutto, come decideranno di operare le varie compagnie assicurative per informare i propri clienti in merito ai rischi. Come anticipato, al momento, il prodotto funziona bene e genera profitti. Inutile dire che, quindi, nessuno ha intenzione di rivisitarne le linee. Ciò che, però, preoccupa sono le conseguenze a lungo termine che potrebbero essere del tutto ingestibili.

L’Italia, ad esempio, al momento sta facendo i conti con le conseguenze di azioni avventate create ad hoc da parte di banche che potrebbero aver speculato sull’ingenuità e, perché no, l’ignoranza di tutti coloro che si accingevano a sottoscrivere investimenti rischiosi. Alle volte, infatti, è la fiducia a vincere sullo scetticismo. Come nel caso delle banche, anche le assicurazioni, facendo leva sulla fiducia degli italiani, potrebbero riservare non poche spiacevoli sorprese. In ogni caso, per adesso, le dimensioni reali delle unit linked sono ancora tutte da delineare e da capire.

Il fenomeno è in netta crescita e gli italiani sembrano non avere alcuna volontà di preoccuparsene più di tanto. Gli organi di controllo hanno l’arduo compito di vigilare e di prevenire ogni genere di speculazione ai danni degli investitori. La massima cautela è d’obbligo. Nulla, infatti, deve essere dato per scontato. Il rischio c’è e non resta che capire se tutti coloro che, nell’ultimo periodo, hanno sottoscritto tali contratti ne siano effettivamente consapevoli.

Leggere sempre il prospetto informativo ed accertarsi in merito ad ogni variabile è fondamentale per non dover fare i conti con conseguenze del tutto incontrollabili oltre che impreviste. Perdere il proprio capitale, nella maggior parte dei casi, è un rischio troppo grande e, per tale ragione, è opportuno esserne consapevoli prima di accettare di effettuare investimenti sbagliati o eccessivamente azzardati.

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Si24 è un quotidiano online di cronaca, analisi, opinione e approfondimento, fondato nel 2013 e con sede a Palermo. Il direttore responsabile ed editore è Maria Pia Ferlazzo.

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