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Chi è Claudio Ranieri, l’allenatore che ha scritto la favola Leicester

Claudio Ranieri è nella storia: suo il titolo inglese con il Leicester, un vero e proprio miracolo, l’ultimo capolavoro di una carriera da allenatore, che lo ha visto spesso non raccogliere quanto faticosamente costruito.

Ranieri, nato a Roma il 20 ottobre 1951, è stato un calciatore di buon livello tra gli anni ’70 e ’80: prodotto del vivaio della Roma (squadra con cui ha esordito in Serie A), ha giocato con il Catanzaro per 8 stagioni (225 le presenze) per poi chiudere la carriera in Sicilia, prima al Catania e poi a Palermo.

La sua carriera da allenatore è iniziata alla Vigor Lamezia nel 1986, mentre la prima esperienza importante è stata il Cagliari (dal 1988 al 1991), trascinato dalla Serie C alla Serie A con due promozioni consecutive e poi guidato alla salvezza. Dopo una parentesi agrodolce a Napoli, ottiene un’altra promozione, stavolta con la Fiorentina, tornata in Serie A nel 1994 e che con Ranieri in panchina (fino al 1997), otterrà il quarto posto in campionato, la Coppa Italia e la Supercoppa Italiana nel 1996.

Proprio dopo il quadriennio a Firenze, inizia la carriera internazionale di Ranieri con l’ingaggio al Valencia: tra il 1997 e il 1999, trasforma i valenciani da squadra di bassa classifica a realtà europea (vincendo un trofeo Intertoto, qualificandosi in Champions League e vincendo una coppa del re), gettando le basi di quello che poi sarà il ciclo di Rafael Benitez.

Dopo pochi mesi all’Atletico Madrid, Ranieri sbarca in Inghilterra sulla panchina del Chelsea nel 2000: ci rimarrà per 4 anni, culminati con la semifinale di Champions League e il secondo posto in Premier League (con 107 partite vinte su 199 a referto). Ciò non basterà, però, per mantenere il posto dopo l’arrivo di Roman Abramovich che lo esonera per ingaggiare Jose Mourinho. Anche stavolta un altro allenatore andrà a raccogliere quanto seminato dal tecnico romano.

Dopo pochi mesi fallimentari al Valencia, rimane inattivo per due stagioni prima di tornare in Italia, sulla panchina del Parma nel febbraio 2007 (trascinando i crociati alla salvezza). In estate viene ingaggiato dalla Juventus al posto di Deschamps per il ritorno in Serie A post-Calciopoli: ci rimarrà per due stagioni (poi sostituito da Ciro Ferrara), durante le quali nonostante alti e bassi, i bianconeri si qualificheranno per la Champions League.

I successivi tre anni saranno ancora in Italia: nel 2009 subentra a Luciano Spalletti alla Roma, la squadra in cui è cresciuto, sfiorando lo scudetto nel maggio 2010 (nonostante 80 punti ottenuti da subentrato) ma poi dimettendosi a febbraio 2011 per scarsi risultati. Non andrà bene all’Inter, dove subentrerà a Gasperini dopo le prime giornate, ma dalla quale si dimetterà nel marzo successivo (con la squadra all’ottavo posto in classifica, nonostante il derby vinto e una striscia di 7 vittorie consecutive).

La sua carriera non prosegue sotto una buona stella: nel 2012 viene ingaggiato dal Monaco, riportato in massima serie e poi grazie a grossi investimenti trascinato al secondo posto l’anno successivo, ma nonostante questo la proprietà decide di esonerarlo. Addirittura nel 2014, viene esonerato dalla panchina della nazionale greca per scarsi risultati a soli 4 mesi dalla firma di un contratto biennale.

Poi nel luglio 2015, l’ingaggio al Leicester City: il presidente chiede una salvezza tranquilla per iniziare un ciclo, ma la stampa non crede che il suo ritorno in Inghilterra possa portare frutti. E invece sarà l’inizio di una favola che ora è definitivamente realtà.

Andrea Zito

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Andrea Zito
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