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G20, Cina e Usa ratificano l’accordo di Parigi | Obama: “Abbiamo deciso di salvare il pianeta”

Quando mancano solo poche ore all’inizio del G20, Cina e Usa hanno annunciato di aver ratificato l’accordo per la riduzione delle emissioni di gas serra raggiunto l’anno scorso a Parigi così da incentivare l’entrata in vigore già alla fine di quest’anno. Insieme Cina e Usa producono il 38% di emissioni di C02 nel mondo.

L’accordo di Parigi, raggiunto a dicembre scorso da 195 Paesi, entrerà in vigore quando sarà ratificato da almeno 55 Paesi che producono un totale del 55% delle emissioni globali. Prima di Cina e Usa, solo 23 Paesi – che rappresentano solo l’1% delle emissioni – avevano ratificato o aderito all’accordo: “È il momento – ha commentato il presidente Usa – in cui abbiamo finalmente deciso di salvare il nostro pianeta”.

Anche il premier Matteo Renzi è atterrato ad Hangzhou, in Cina, per partecipare al G20 che inizierà domani. Il presidente del Consiglio inizierà subito i suoi impegni con un bilaterale, in mattinata, con il presidente della Repubblica popolare cinese, Xi Jinping.

“Grazie per il sostegno ed il cordoglio per noi è molto importante”, ha detto il premier a proposito del sisma che ha colpito l’Italia centrale. Queste sono state tra le prime parole del suo intervento nel bilaterale con il presidente della Repubblica popolare cinese, Xi Jinping. Nel pomeriggio il premier si sposterà poi a Shangai dove interverrà all’Università di Tongji

Anche gli Stati Uniti hanno aderito formalmente all’accordo sul clima siglato a Parigi su iniziativa dell’Onu per ridurre i gas serra nell’atmosfera. Ad annunciarlo è stato Barack Obama al G20 di Hangzhou, poco dopo l’analoga mossa resa pubblica da Pechino. “È il momento – ha commentato il presidente Usa – in cui abbiamo finalmente deciso di salvare il nostro pianeta”.

Temi economici. I leader del G20 puntano al rilancio economico tramite strumenti fiscali e monetari.  I rischi “al ribasso persistono con il ristagno di commerci e investimenti internazionali“. Insomma, per tornare a correre bisogna far leva “sulla spesa fiscale, la politica monetaria e le riforme strutturali”.

 

Fabrizio Messina

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Fabrizio Messina
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