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Appalti e tangenti alla centrale Enel di Brindisi | Cinque tra dipendenti e funzionari in manette

Alcuni lavori effettuati alla centrale Enel Federico II di Brindisi sarebbero stati dirottati verso alcuni imprenditori che avrebbero dato in cambio denaro e altre utilità.

Queste le accuse mosse dalla Guardia di finanza brindisina a cinque tra dipendenti e funzionari della società elettrica finiti agli arresti.

L’inchiesta che coinvolge i 5 indagati, uno finito in carcere e 4 ai domiciliari, è stata coordinata dai pm Milto Stefano De Nozza e Francesco Carluccio.

Uno degli indagati Carlo De Punzio, 47 anni, di Mesagne, addetto all’ambiente e alla sicurezza, raggiunto da un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal gip del tribunale di Brindisi, è stato condotto in carcere. Ai domiciliari sono andati Domenico Taboni, Fabiano Attanasio, Vito Gloria, Nicola Tamburrano. Indagato a piede libero l’imprenditore L. G. P., 47 anni, di Monteroni (Lecce).

Gli arrestati avrebbero favorito “un’impresa amica” nell’aggiudicazione di più gare d’appalto, rivelando i valori da indicare nelle offerte di gara da presentare. Inoltre avrebbero: attestato falsi stati di avanzamento dei lavori; liquidato fatture per lavori mai eseguiti; omesso di effettuare verifiche e/o controlli, dimostrando di essere stabilmente assoggettati ad interessi personali di terzi.

A carico dei cinque indagati è stato anche eseguito un sequestro preventivo per una somma complessiva pari a 230mila euro, fra conti correnti, beni mobili e immobili registrati.

 

Redazione

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