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Mafia, ricostruivano la ‘Cupola di cosa nostra’: 7 fermi a Palermo

I carabinieri hanno eseguito a Palermo un decreto di fermo nei confronti di 7 persone, indagate per aver partecipato ad una riunione per la ricostruzione della “commissione provinciale di cosa nostra.

Il fermo è stato emesso dalla Direzione distrettuale antimafia della Procura di Palermo. Il progetto di ridare vita alla Cupola era stato scoperto a dicembre e aveva già portato al fermo di 47 tra boss e gregari.

Mafia, ricostruivano la ‘commissione provinciale di cosa nostra’: 7 fermi

Le indagini hanno consentito di confermare la ricostruzione del pericoloso organismo collegiale e la presenza di due ulteriori persone che hanno partecipato alla riunione della “commissione” in qualità di capi-mandamento. Si tratta di Leantro Greco, detto Michele – nipote del noto Michele Greco detto “Il Papa” – capo del mandamento mafioso di Ciaculli, e Calogero Lo Piccolo, figlio di Salvatore, capo del mandamento mafioso di San Lorenzo-Tommaso Natale.

Il fermo riguarda anche Giovanni Sirchia, affiliato alla famiglia mafiosa di Passo di Rigano, il quale avrebbe partecipato all’organizzazione della riunione della commissione provinciale occupandosi della consegna dei messaggi di convocazione e accompagnando alcuni partecipanti al luogo dell’incontro.

Sono stati fermati anche Giuseppe Serio, Erasmo Lo Bello, Pietro Lo Sicco e Carmelo Cacocciola ai quali è stato contestato il reato di cui all’art. 416-bis del codice penale oltre ad estorsioni aggravate dal metodo mafioso operate nella zona di San Lorenzo- Tommaso Natale.

Ha assunto particolare importanza nell’operazione la recente collaborazione di due capi-mandamento con la Procura di Palermo, a seguito delle misure cautelari del provvedimento del 4 dicembre. Si tratta di Francesco Colletti e Filippo Bisconti, rispettivamente capi-mandamento di Villabate e Belmonte Mezzagno.

Lo Piccolo Calogero
Greco Leandro
Redazione

Si24 è un quotidiano online di cronaca, analisi, opinione e approfondimento, fondato nel 2013 e con sede a Palermo. Il direttore responsabile ed editore è Maria Pia Ferlazzo.

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