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Polemiche con il Governo, 3 generali non parteciperanno alla parata del 2 giugno

Le polemiche con il Governo escono al di fuori dell’ambito strettamente politico. Tre generali, infatti, Arpino, Camporini e Tricarico, hanno deciso di non partecipare alla tradizionale parata militare del 2 giugno in via dei Fori Imperiali per la Festa della Repubblica.

Polemiche con il Governo: disattenzione per la Difesa

Il generale Vincenzo Camporini affida a Facebook le motivazioni della sua scelta di dare forfait alla parata. Secondo Camporini, ex capo di Stato maggiore dell’Aeronautica Militare e della difesa, sono “troppe le disattenzioni del governo nei confronti dei temi della Difesa, spesso snaturata con una ipocrita enfasi sul ‘dual use’, a partire dalla perdurante mancata presentazione del ‘decreto missioni’, dalla sostanziale paralisi delle attività amministrative per l’ammodernamento dei mezzi, da dichiarazioni di vuoto pacifismo del Presidente del Consiglio e potrei continuare”. “Personalmente – aggiunge Camporini – non me la sento di avallare ipocritamente con la mia presenza una gestione che sta minando un’istituzione di cui il Paese deve essere orgoglioso”.

Indebolimento delle Forze armate a causa del Governo

A Camporini fa eco il generale Dino Tricarico, ex capo di Stato maggiore dell’Aeronautica. “Non parteciperò – commenta contattato dall’AdnKronos – perché sarebbe ipocrita applaudire i nostri soldati in compagnia di soggetti che stanno contribuendo a un progressivo e, per certi versi, irreversibile indebolimento delle Forze Armate”.

“Una componente della maggioranza giallo-verde – lamenta il generale – sta portando avanti un atteggiamento ostile nei confronti di una delle poche Istituzioni che funzionano bene in Italia: le Forze Armate”. “Per di più, noi generali in pensione – spiega ancora Tricarico -veniamo trattati come malfattori per via della polemica sulle cosiddette pensioni d’oro, addirittura Luigi Di Maio pronunciò la frase ‘si debbono vergognare’. Non capisco di cosa dovrei vergognarmi. Ho servito lealmente il mio Paese per 40 anni, rischiando la vita su un aeroplano”.

Contro i tagli alle pensioni d’oro

Alla parata mancherà anche il generale Mario Arpino, già Capo di Stato della Difesa. Dice di “attendere un clima più sereno”.

“Non è tollerabile la gogna mediatica a cui sono stati sottoposti i pensionati – sottolinea all’Adnkronos -. Non ne faccio una questione personale: trovo inaccettabile sentire parlare di pensioni d’oro, quasi incitando all’odio di classe”.

Sarebbe “ipocrita da parte mia – prosegue Arpino – stringere le mani di chi ha tagliato le pensioni. Non è una colpa, ma un merito avere una pensione più alta per chi ha lavorato tutta la vita. Io ho cumulativamente 55 anni di servizio. Non mi sembra che l’atteggiamento di alcuni ministri sia giusto. Penso che l’indecisione di questo governo su tantissimi temi sia molto grave. Le questioni militari, penso ad esempio agli F-35, sono passate completamente in secondo piano”.

Ignazio La Russa contro il ministro Elisabetta Trenta

Ma non finisce qui. Anche Ignazio La Russa non andrà alla parata e si scaglia contro la scelta del ministro della Difesa Elisabetta Trenta di dedicare al tema dell’inclusione la parata.

“Per la prima volta e a malincuore, dopo tanti anni – spiega il vicepresidente del Senato e senatore di Fratelli d’Italia a Sky tg24 Pomeriggio – non andrò. Non certo per mancanza di rispetto verso le Forze armate che rimangono sempre nel mio cuore ma in segno di protesta verso il ministro Trenta”.

“In questi anni – precisa La Russa – sono sempre andato d’accordo con tutti i ministri della Difesa che sono arrivati dopo di me o, quantomeno, ho sempre avuto verso di loro un enorme rispetto ma chi come il ministro Trenta pensa di trasformare le Forze armate in ‘Peace&Love’, mancando di rispetto ai nostri uomini e alle nostre donne in divisa, non merita niente. E io il 2 giugno non voglio stare e non sarò al suo fianco durante la parata”.

Redazione

Si24 è un quotidiano online di cronaca, analisi, opinione e approfondimento, fondato nel 2013 e con sede a Palermo. Il direttore responsabile ed editore è Maria Pia Ferlazzo.

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