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Ast Terni, non c’è accordo sul piano industriale | Per i lavoratori la paura del licenziamento

La lunga trattativa per trovare un’intesa sul piano industriale dell‘Ast è fallita. Sindacati e azienda non sono riusciti a trovare un accordo nonostante una proposta di mediazione del governo. Ora si teme che l’azienda possa far partire le lettere di messa in mobilità e licenziamento per i circa 550 dipendenti, parte di un piano di risparmi da cento milioni di euro l’anno (che comprende anche lo spegnimento di uno dei forni dello stabilimento) annunciato a luglio.

Le procedure di mobilità erano state ritirate all’inizio di settembre dopo l’intervento del ministro dello Sviluppo economico Federica Guidi, grazie a un lodo governativo che aveva aperto una fase confronto tra azienda e sindacati.

Ieri il nuovo vertice al ministero dello Sviluppo economico, alla presenza del ministro Guidi, del sottosegretario alla presidenza del Consiglio Graziano Delrio, del viceministro Claudio De Vincenti e del sottosegretario al Lavoro Teresa Bellanova.

Il premier Matteo Renzi si dice “molto preoccupato. La proposta di mediazione del Governo non è stata accolta, le parti sono ancora troppo lontane”. “Ci sono – aggiunge – tre mesi davanti di discussione, cercheremo la ragionevolezza. Continuiamo a lavorarci con Delrio e Guidi”.

Il Governo ha chiesto all’azienda di evitare “atti unilaterali” come l’invio delle lettere di messa in mobilità. Un “pressante invito” in tal senso è stato subito rivolto “a tutte le parti e soprattutto all’azienda” anche dalla presidente della Regione Catiuscia Marini, dal presidente della Provincia Feliciano Polli e dal sindaco di Terni Leopoldo Di Girolamo. Che chiedono di tenere “comunque aperto il dialogo” e di “non assumere atti unilaterali che rischierebbero di pregiudicare gli sforzi fin qui compiuti, oltreché ‘alzare’ inutilmente la tensione sociale”.

“Oggi – precisa il vicesegretario del Pd Debora Serracchiani, in conferenza stampa al termine della riunione della segreteria al Nazareno – potrebbero partire le lettere di licenziamento per oltre 500 lavoratori delle acciaierie di Terni. Il sito però ha tutte le condizioni per continuare a produrre: il governo non mollerà, continuerà la trattativa per portare a casa il risultato”.

E anche il ministro Guidi in una nota spiega che l’esecutivo “ribadisce la volontà di continuare a offrire ogni sostegno affinchè le parti raggiungano un accordo che garantisca lo stabilimento produttivo, lo sviluppo e l’occupazione dell’Ast di Terni auspicando che l’avvio delle procedure di mobilità non vanifichi gli sforzi finora compiuti, per cercare una soluzione che salvaguardi il futuro di questo importante sito industriale”.

I sindacati hanno intanto indetto diverse assemblee per illustrare la situazione ai lavoratori che ora attendono di conoscere il loro futuro.

Redazione

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