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Documenti falsi per accedere ai fondi Ue /VIDEO | Scoperta truffa da un milione di euro a Nuoro

Scoperta dal nucleo di polizia tributaria di Nuoro una truffa da oltre un milione e 200 mila euro ai danni dello Stato e dell’Unione Europea. Arrestati 2 allevatori di Orgosolo, facevano letteralmente “carte false” per ottenere finanziamenti milionari. Ai domiciliari anche il loro complice, dipendente di un centro di assistenza agricola. Altri cinque sono indagati per reati informatici.

Per accedere ai finanziamenti, spiega una nota della Guardia di Finanza, dichiaravano mandrie sterminate di mucche e cavalli e greggi di pecore che in realtà non possedevano. Il tutto con l’aiuto del dipendente dell’ente locale preposto al controllo delle autocertificazioni.

L’accusa per i due allevatori coniugi è quella di aver ottenuto denaro pubblico attraverso false dichiarazioni, che ”avallate dal loro concittadino, impiegato nel posto giusto, gli hanno consentito di rimpinguare, negli ultimi sei anni, il proprio conto bancario con ”cifre da capogiro”: oltre 1 milione e 200 mila euro”, prosegue la nota.

Le Fiamme Gialle spiegano che “in tre anni – il 2009, il 2010 e il 2011 – gli arrestati hanno dichiarato di possedere 910 cavalli a fronte degli 8 effettivamente detenuti. L’estensione totale dei terreni ottenuti dal Comune di Orgosolo ammonta, invece, a 1500 ettari di appezzamenti da destinare al pascolo di animali che, in realtà, non esistevano: una superficie sconfinata, quindi, pari a circa 1500 campi di calcio messi uno di fila all’altro, equivalenti a circa un decimo di tutto il territorio di Orgosolo. A far le spese della spregiudicata avidità degli allevatori, non solo le oltre 200 aziende zootecniche del posto, ma anche quelle nazionali che magari avrebbero potuto ambire – ove quei titoli P.A.C., illecitamente utilizzati, fossero stati disponibili e diversamente distribuiti – alla fruizione di analoghi aiuti”.

 

Redazione

Si24 è un quotidiano online di cronaca, analisi, opinione e approfondimento, fondato nel 2013 e con sede a Palermo. Il direttore responsabile ed editore è Maria Pia Ferlazzo.

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