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“L’articolo 18 ora non è più un ostacolo” | Renzi vuole un “cambio radicale” del Paese

Torna a parlare di articolo 18 il premier italiano Matteo Renzi e per farlo sceglie la platea degli imprenditori del Business Europe. Un intervento breve quello del presidente del Consiglio italiano, che non perde – anche parlando in inglese – la vena ironica e la voglia di provocare.

Sul mercato del lavoro “l’idea è quella di provocarvi – dice lo stesso Renzi – . Liberiamo il sistema tradizionale italiano, l’articolo 18 simbolo di una tradizione italiana ora non è più un ostacolo e possiamo ridurre le imposte”.

“Noi siamo sicuri della necessità di cambiare l’Ue  – spiega Renzi – ma prima dobbiamo cambiare noi stessi. Dobbiamo dare un messaggio di cambiamento radicale”. Il presidente del Consiglio sottolinea che l’Italia rispetterà il vincolo del 3% anche se “non è una cosa positiva per l’economia italiana”, ma questo “è un messaggio di credibilità verso i miei colleghi europei”.

“Io rispetto i vincoli di Maastricht – sottolinea – ma il mondo è cambiato, dobbiamo pensare ad un nuovo paradigma. Questa è la discussione per il 2015. Noi sosteniamo Juncker solo dopo la sua decisione di fornire un messaggio di cambiamento con piano di investimenti. Lo vedremo, la priorità è di scorporare nei 300 miliardi gli investimenti da deficit”.

Di investimenti ha parlato anche l’ex presidente di Confindustria Emma Marcegaglia. Secondo Marcegaglia il piano Junker sugli investimenti pubblici e privati “è una buona partenza, ma non basta. Avremmo bisogno di mille miliardi di euro per tornare ai livelli di prima della crisi”. Una cifra superiore di circa tre volte a quella attualmente prevista.  “Abbiamo bisogno di più investimenti pubblici in Europa – aggiunge – e anche di investimenti privati”.

Le parole di Renzi sono state accolte con favore dall’attuale presidente di Confindustria Giorgio Squinzi, che si dice “consapevole” degli sforzi per realizzare riforme strutturali. “Confindustria – dice rivolgendosi direttamente a Renzi – è consapevole dei Tuoi sforzi per realizzare quelle strutturali che l’Italia aspetta da tanto tempo”.

Il numero uno degli industriali ribadisce però che “la crescita è la chiave per realizzare un giusto consolidamento: la politica monetaria e le riforme non sono da sole sufficienti a raggiungere i risultati necessari, c’è bisogno di una politica fiscale a lungo termine per sostenere la domanda aggregata. Spero che il piano del presidente Juncker di investimenti pubblici e privati sara’ un primo passo concreto. Personalmente ribadisco il messaggio dell’urgente bisogno di rilanciare la crescita in Europa”.

 

Nadia Palazzolo

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Nadia Palazzolo
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