Mi è venuta un po’ d’ansia quando ho letto su BlogSicilia (voto 8) che soltanto nel 2045 (insieme agli altri siciliani) finirò di pagare la mia parte del mutuo da un miliardo di euro che la Regione siciliana ha deciso di sottoscrivere la settimana scorsa per consentire il legittimo pagamento dei debiti nei confronti delle aziende creditrici. Quel giorno, se ci sarò, sarò già in età pensionabile, ammesso che la pensione esisterà ancora.
Una cosa così ansiogena l’avevo vissuta solo da bambino, quando nel 1969 a Canzonissima ebbe successo una melodia dal titolo “Nel 2023” che (giuro) diceva così: “Nel 2000 io non so se vivrò… nel 2023 se il mio cuore batterà non lo so”. Un’angoscia che segnò la mia infanzia. Per la cronaca quella canzone era cantata da Dalida (voto 4), che infatti si è suicidata nel 1987, al terzo tentativo. Bene, al fatidico 2045 spero di arrivarci in salute, se possibile senza suicidarmi: non vorrei che poi magari la Regione siciliana sprofondasse per colpa mia che non ho versato la mia parte di mutuo.
Non è un attacco politico, ci mancherebbe. Del resto per fare buchi così grossi in bilancio mica ci basta un governo solo. E’ da anni che la classe politica siciliana lavora con buona lena per scavare una fossa così profonda. Quello che non mi spiego sono le dichiarazioni di assoluta serenità sulla salute dei conti pubblici. Con una certa cadenza, uno ingrossa il buco di bilancio e il successore fa un nuovo mutuo per pagare il mutuo con cui si pagava un altro mutuo. Vorrei vedere se amministrassi così il bilancio di casa mia. Magari, se rinasco, faccio l’assessore al Bilancio, tanto per provare il brivido di parlare di numeri a nove zeri. Volete mettere l’emozione di dire a uno: “Scusa, me li presti 16 milioni di euro che ho un problemino: fra un mese te li ridò”?
Oppure al Bilancio mettiamo il signor Jason Padgett. Avete letto la notizia? Un giorno questo signore, che non aveva nessuna voglia di studiare e viveva per la discoteca, fu colpito da un forte pugno in testa durante una rissa. Improvvisamente è diventato un genio. Un fenomeno chiamato savantismo: in poche parole, la grave lesione all’emisfero destro del cervello ha innescato una super attivazione dell’emisfero sinistro. Risultato: il signor Padgett adesso ricorda i libri al contrario, ha iniziato a studiare fisica con particolari risultati e soprattutto fa calcoli impossibili. Un perfetto assessore al bilancio.
Dopo tanti numeri passiamo ai voti. Cominciamo con un bel 3 a quel signore che ha cercato di uccidere la moglie. Con la sua auto ha affiancato l’auto della moglie e ha sparato cinque colpi di pistola. Alla fine la moglie è viva e lui si è costituito, verrà condannato ma non so bene se per tentato omicidio o per la pessima mira. La prossima volta ci riproverà con un cannone…
Altro 3 in pagella per quel carro funebre che tra Modica e Ispica (provincia di Ragusa), si è presentato tempestivamente nel luogo in cui era appena avvenuto un brutto incidente stradale tra un trattore e un camion. Peccato che i protagonisti dell’impatto abbiano riportato solo contusioni tutt’altro che gravi. Avrei voluto essere sul posto per vedere lo stupore (e soprattutto gli scongiuri) dei protagonisti. Va bene che dobbiamo morire tutti, ma che fretta c’era?
Avrei addirittura pagato per vedere la scena (voto 3) che si è verificata questa settimana a Palermo tra l’ospedale Civico e il vicino cimitero di Sant’Orsola. Sintetizzo: la moglie lascia il marito che tenta il suicidio con gli psicofarmaci, la moglie va a trovare il marito in ospedale con l’amante, il marito non gradisce, si strappa la flebo e insegue moglie e amante che cominciano a scappare tra i viali dell’ospedale fino a raggiungere la camera mortuaria del cimitero dove il marito tradito picchia violentemente il rivale. L’hanno dovuto ricoverare ma almeno il posto letto c’era, quello del marito tradito…..
Troppi voti brutti? Diamo allora un bel 7 a Iva Zanicchi. La cantante, ricandidata alle Europee, è stata criticata durante una trasmissione tv di La7 e ha lasciato lo studio lanciando tre sonori “vaffa”. Nessuno mai era stato così sincero, conciso e preciso nell’esposizione del proprio programma elettorale.
E un bel 9 in pagella a chi ha lanciato l’idea dell’#underboob, letteralmente “sotto le tette”. In un momento in cui sulla rete girano oscenità indicibili – anche tra i minorenni – fa sorridere il nuovo hashtag che raccoglie i selfie pubblicati dalle ragazze che mostrano una piccola parte del seno. A pensarci bene, è una scollatura al contrario. Sono stati celebrati decolleté famosi, perché non sorridere davanti a questa nuova mania che non è altro che un diverso punto di vista?
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