Mafia, droga e prostituzione nel Nisseno /VD | Smantellata la cosca di San Cataldo: 18 arresti /FT

di Redazione

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Mafia, droga e prostituzione nel Nisseno /VD | Smantellata la cosca di San Cataldo: 18 arresti /FT

| martedì 03 Marzo 2015 - 08:31

Una vasta operazione antimafia ha smantellato i vertici mafiosi della famiglia di San Cataldo, una delle cosche storiche del Nisseno. L’inchiesta, denominata “Kalyroon” è condotta dalla Polizia di Stato e coordinata dalla Dda di Caltanissetta.

Gli investigatori hanno arrestato complessivamente 18 persone, compreso l’attuale reggente del mandamento, con l’accusa di associazione mafiosa, aggravata dall’essere armata, traffico di stupefacenti, prostituzione anche minorile, sfruttamento e favoreggiamento della prostituzione. Le indagini, condotte anche con l’ausilio di intercettazioni, hanno consentito di ricostruire il traffico di stupefacenti, eroina e cocaina, gestito dalla cosca che serviva anche per mantenere le famiglie degli affiliati detenuti.

C’è anche il presunto reggente della famiglia mafiosa di San Cataldo, Maurizio Di Vita, 46 anni, tra gli arrestati nell’operazione antimafia “Kalyroon”. Di Vita risponde di associazione mafiosa così come gli altri presunti esponenti della cosca: Antonio Cordaro, Salvatore Cordaro e Alfonso Lipari. Maurizio Di Vita ed Antonio Cordaro sarebbero responsabili di estorsioni ad alcuni imprenditori.

In carcere, assieme a loro, sono finiti anche Carmelo Antonio Gisabella, Elis Deda, Vincenzo Scalzo, Cataldo Blandina, Pietro Mulone, Angelo Giumento, Gioacchino Chitè e Vincenzo Ferrara. Disposti gli arresti domiciliari per Marco Scalzo, Salvatore Ferrara, Giovanni Germano Paladino, Fabio Ferrara e Francesco Liuzza, tutti presunti componenti della rete di pusher che avrebbe gestito il traffico di eroina e cocaina. Risultano irreperibili i rumeni Adrian Daniel Pirvanescu e Diana Chiritoiu, che avrebbero rintracciato le ragazze in Romania, provvedendo al loro trasferimento in Italia e al procacciamento dei clienti assieme a Gisabella. A trovare i clienti ci avrebbero pensato, occasionalmente, anche Lipari, Cordaro e Liuzza. Tutti sono chiamati a rispondere di favoreggiamento della prostituzione.

E in merito al un giro di prostituzione, anche minorile, che alcuni componenti del clan avrebbero organizzato con la complicità di una coppia di romeni, che risultano ancora ricercati. Secondo le indagini, i due avrebbero reperito nel loro paese ragazze giovanissime che venivano poi fatte prostituire in alcune case d’appuntamenti del Nisseno.

Alcuni commercianti si sarebbero rivolti direttamente a Cosa nostra per risolvere problemi legati alle loro attività. È il caso di due nisseni che si recarono a Milano e a Torino per incontrare Alfonso Lipari e Antonio Cordaro, trasferitisi al Nord per il divieto di dimorare in Sicilia. I due commercianti avrebbero chiesto l’intervento di Cosa nostra per evitare che si verificassero risse nel locale. L’hanno spiegato il procuratore di Caltanissetta Sergio Lari e il capo della Squadra mobile nissena Marzia Giustolisi nel corso della conferenza stampa in cui sono stati illustrati i particolari dell’operazione antimafia “Kalyroon”.

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