Doping, arrestato un famoso body builder | Perquisizioni in cinque regioni

di Redazione

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Doping, arrestato un famoso body builder | Perquisizioni in cinque regioni

| venerdì 24 Luglio 2015 - 07:49

Atleti, farmacisti, infermieri, personal trainer e gestori di palestre indagati per compravendita illegale e cessione di farmaci anabolizzanti e stupefacenti. I Carabinieri hanno eseguito un arresto ai domiciliari, un obbligo di dimora e 26 perquisizioni compiute nei confronti di altrettanti indagati. Di queste circa 20 tra Perugia, Spoleto e Foligno. E poi tre a Milano, una a Torino, una a Falconara, Brescia e Ragusa nei confronti 26 nuovi indagati per ricettazione e violazione della normativa antidoping.

Tra i destinatari dei provvedimenti restrittivi, nell’ambito dell’operazione denominata ‘Big Bull’, ci sarebbe anche un noto culturista perugino di 35 anni, body builder di fama internazionale. Obbligo di dimora per la fidanzata, una 25enne torinese. Sono accusati, a vario titolo, di esercizio abusivo della professione medica, falso e violazione della normativa antidoping, immissione in commercio di farmaci senza autorizzazione ministeriali.

L’indagine era nata dalla segnalazione di un farmacista che aveva notato alcune ricette firmate da un medico deceduto. A settembre scorso un noto body builder di Spoleto era stato arrestato e un secondo indagato. Durante le indagini è stata scoperta una rete di acquirenti di sostanze: 26 persone.

Durante l’indagine, attraverso pedinamenti, tabulati e intercettazioni, si è scoperto che il body builder finito ora ai domiciliati era considerato un “maestro” chiamato dai suoi adepti “Big Bull”. Era considerato un “guru”, che prescriveva i farmaci, settava i dosaggi.

Gli indagati – 33 a settembre più i 26 di oggi – sono per lo più persone che frequentano il mondo della palestre: body builder, modelli, personal trainer ma anche farmacisti compiacenti. Nel corso delle ultime perquisizioni, nella rete è finito un farmacista di Falconara, a casa del quale sono stati trovati circa 30 scatoloni di farmaci proibiti defustellati. Trovate complessivamente mille compresse, 300 fiale dal valore sul mercato nero di 200 mila euro.

Ma questi farmaci non venivano acquistati solo nelle farmacie: internet ormai è diventato a tutti gli effetti un canale di approvvigionamento molto usato. Agli atleti venivano spacciati farmaci provenienti da Inghilterra, India, Grecia, Moldavia comprati e consumati senza controllo.

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