Coppia uccisa a Palagonia, fermato un profugo| La rabbia della figlia: “Colpa anche dello Stato”

di Redazione

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Coppia uccisa a Palagonia, fermato un profugo| La rabbia della figlia: “Colpa anche dello Stato”

| lunedì 31 Agosto 2015 - 09:13

Continuano le indagini sulla coppia di 70 anni uccisa nel Catanese. Sono proseguiti fino a notte fonda i rilievi della polizia scientifica nella villa di Palagonia in cui sono stati uccisi, per rapina, i proprietari, Vittorio Solano, di 68 anni, e la moglie spagnola Mercedz Ibaniz, di 70.

Del duplice omicidio è accusato un ivoriano di 18 anni, Mamadou Kamara, dall’8 giugno scorso ospite del Cara di Mineo, fermato ieri sera dalla polizia di Stato su disposizione della Procura di Caltagirone.

Sono stati fatti controlli con il luminol e cercate impronte digitali, tracce di Dna e impronte. Accertamenti sono stati eseguiti anche sul cellulare rubato alla vittima durante la rapina in casa e quello del fermato. Ma si cercano anche potenziali complici: gli investigatori ritengono probabile che il giovane ivoriano non abbia agito da solo.

Le indagini sono partite da controlli all’ingresso del Cara di Mineo, uno degli oltre 3 mila ospiti, un 18enne della Costa d’Avorio, sbarcato a Catania l’8 giugno scorso, ha un borsone. La polizia di Stato lo controlla e trova un telefonino e un pc portatile, ma anche un paio di pantaloni ripiegati sporchi di sangue.

Dai controlli sul cellulare la polizia di Stato è risalita ai proprietari e al loro indirizzo: una villetta, a Palagonia, in via Palermo. Una pattuglia di carabinieri arriva sul posto per raccogliere la denuncia di furto. La scena che gli investigatori trovano è drammatica: il corpo della donna nel cortile e quello dell’uomo in casa, con segni evidenti di una colluttazione e la casa in disordine. A tradire in giovane, oltre al cellulare, anche i vestiti indossati: erano della vittima, li aveva messi al posto dei suoi abiti sporchi di sangue.

“È anche colpa dello Stato se i miei genitori sono stati uccisi perché permette a questi migranti di venire qui da noi e di fargli fare quello che vogliono, anche rapinare e uccidere”. Lo ha detto Rosita Solano, figlia della coppia.

“Renzi venga qui, a spiegare e non a chiedere scusa o a giustificarsi perché i miei genitori ormai sono morti e il Governo deve dirci perché “, ha aggiunto la donna.

“Non dovevano morire così, ammazzati. Per che cosa? Per due cellulari, per una telecamera, per un computer?”. Ha aggiunto la figlia dei coniugi Solano-Ibanez. “No… Mio padre non aveva niente, ne’ cassaforte, ne’ niente – ha aggiunto la signora Rosita – Ma anche se l’avesse avuta, se la portavano, li lasciavano legati, imbavagliati, ma vivi. E invece no: cosa avevano fatto questi poverini? Una vita di sacrifici per costruirsi una casa. Adesso che l’avevano finita se la potevano godere e invece no…”.

Sarà presentata entro stasera dalla Procura di Caltagirone la richiesta di convalida del fermo del 18enne ivoriano accusato di avere ucciso i coniugi Solano nella loro villa di Palagonia per rapina. Il Gip fisserà l’udienza probabilmente per domani. Intanto sempre oggi è prevista l’autopsia sui corpi delle vittime disposte dal procuratore capo Giuseppe Verzera.

Intanto gli altri ospiti del centro prendono le distanze. Se è stato lui è una tragedia nella tragedia, per le persone uccise e per l’integrazione: siamo tutti sconvolti”. Così il direttore del Cara di Mineo, Sebastiano Maccarrone. “Ho parlato con alcuni migranti – aggiunge – e tutti si sono dissociati dall’accaduto, se è stato lui. Per l’efferato delitto e perché per un piccolo passo avanti che facciamo per l’integrazione ne abbiamo fatto dieci indietro”.

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