Duplice omicidio nel Palermitano | “Graziata” una terza persona

di Redazione

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Duplice omicidio nel Palermitano | “Graziata” una terza persona

| sabato 19 Settembre 2015 - 13:06

Francesco La Russa, 49 anni, operaio di Trabia che ieri ha ucciso i due dirigenti della cava Buttitta davanti agli agenti della polizia della Squadra mobile di Palermo ha reso oggi dichiarazioni spontanee agli agenti. Ha raccontato di aver individuato proprio in Gianluca Grimaldi, direttore della cava, e Giovanni Sorci, capocantiere, i responsabili del suo licenziamento. Per questo non ha ucciso il ragioniere della cava che era nell’ufficio con le vittime e che è scappato non appena ha sentito gli spari. E che poi ha di nuovo incrociato l’assassino che però lo ha ”graziato” per la seconda volta. “Li ho uccisi perchè mi hanno rovinato” avrebbe detto agli inquirenti.

L’uomo aveva in casa la pistola e alcuni fucili da caccia detenuti legalmente. Gli uomini della scientifica sono stati diverse ore dentro l’ufficio prefabbricato della cava per ricostruire quanto avvenuto. Secondo le prime ricostruzioni, le due vittime non temevano La Russa. Rispettavano la sua condizione di ex operaio in mobilità che aveva tante difficoltà nel vivere con moglie e tre figli e lo hanno fatto entrare senza timore. Gli animi si sono subito accesi e poi La Russa ha tirato fuori la pistola e ha esploso quattro o cinque colpi tutti andati a segno.

La Russa voleva tornare a lavorare nella cava di contrada Giardinello e non altrove come gli era stato proposto, in un luogo ad Altofone, a soli 10 km.

Dallo scorso dicembre era in mobilità (e non disoccupato come si era appreso in un primo momento) – sarebbe durata quattro anni – e percepiva uno stipendio decurtato di circa 900 euro. Soldi che, avrebbe detto, non gli bastavano per mandare avanti una famiglia di cinque persone: lui, la moglie e i tre figli.

La Russa ieri agli agenti della Squadra mobile di Palermo, che lo hanno arrestato nelle campagne di Trabia, aveva detto di avere individuato proprio nelle due vittime i responsabili della sua situazione lavorativa. Ecco perché non avrebbe ucciso il ragioniere presente nell’ufficio della cava al momento del delitto e scappato subito dopo avere sentito il rumore degli spari.

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