Napoli, operazione anti-camorra: 11 fermi VD/FT | Importante il ruolo delle donne all’interno del clan

di Redazione

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Napoli, operazione anti-camorra: 11 fermi VD/FT | Importante il ruolo delle donne all’interno del clan

| mercoledì 07 Ottobre 2015 - 07:41

Undici persone ritenute appartenenti al gruppo camorristico della famiglia Buonerba, detti ‘i capelloni’, legata al clan Mazzarella, sono state fermate a Napoli.

Il provvedimento è stato emesso dalla Direzione distrettuale antimafia di Napoli per i reati di associazione per delinquere di tipo mafioso, omicidio, tentativo di omicidio, porto e detenzione illegale arma fuoco, tutti aggravati dal metodo mafioso.

Le persone fermate sono Antonio Amoroso, Assunta Buonerba, Gennaro Buonerba, Salvatore Criscuolo, Andrea Manna, Salvatore Mazio, Luca Mazzone, Luigi Scafaro, Salvatore Sequino, Emilia Sibillo, Vincenzo Valente.  Maria Buonerba, 34 anni, sorella del reggente Gennaro, non è destinataria del Fermo ma arrestata in flagranza del reato di detenzione di materiale esplodente e detenzione di sostanze stupefacenti,

Secondo le indagini della Polizia di Stato e della Dda napoletana – i reati sono stati commessi negli ultimi mesi nel quartiere napoletano di Forcella nel tentativo – si apprende da fonti della Questura di Napoli – di contrapporsi al cartello camorristico Sibillo-Giuliano-Brunetti-Amirante, per la gestione degli affari legati alla droga e al racket delle estorsioni.

Destinatario del fermo, infatti, anche Salvatore Sequino, 41 anni, ritenuto esponente apicale dell’omonimo clan camorristico operativo nella confinante “Sanità”.  Gli investigatori hanno ricostruito gravi fatti di sangue e le motivazioni sottese ad essi quale conseguenza dello scontro armato tra il gruppo “Buonerba” e quello facente capo ai fratelli Sibillo e che ha visto il quartiere di Forcella e di Via Oronzio Costa teatro di uno scontro senza esclusione di colpi.

È emerso anche il ruolo delle donne che sarebbero “forza attiva”. È quanto evidenziato dalle indagini svolte dalla Squadra mobile della Questura di Napoli e coordinate dalla Direzione distrettuale antimafia partenopea.

Tra queste figurano Emilia Sibillo, 38 anni, moglie di Giuseppe Buonerba, attualmente in carcere, considerato capo e promotore dell’organizzazione criminale insieme al fratello Gennaro, e Assunta Buonerba, 29 anni.

Emilia Sibillo è ritenuta dagli investigatori la mandante, insieme a Gennaro Buonerba, dell’omicidio di Salvatore D’Alpino, avvenuto in piazza Mancini lo scorso 30 luglio; Assunta Buonerba avrebbe invece avuto il ruolo di “specchiettista” per aver segnalato, con Luigi Scafaro 25enne anch’egli tra i destinatari del fermo, la presenza della vittima agli esecutori materiali dell’omicidio, descrivendo il suo abbigliamento e indicando il momento propizio per intervenire.

 

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