Italiacom, la Cassazione annulla il sequestro dei beni

di Redazione

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Italiacom, la Cassazione annulla il sequestro dei beni

| martedì 10 Novembre 2015 - 20:01

La Corte di Cassazione, con una sentenza resa in data 18.06.2015, ha annullato l’ordinanza del Tribunale del riesame di Palermo del 26.09.2014, con la quale era stato disposto il sequestro preventivo finalizzato alla confisca per equivalente dei beni dei signori Alba Cinà e Salvatore Castagna, nella loro qualità di soci ed amministratori della Italiacom s.r.l., sottoposta a procedura fallimentare nel giugno 2014. In particolare, la Suprema Corte ha accolto il ricorso dei signori Cinà e Castagna affermando che il Tribunale di Palermo aveva disposto il predetto sequestro in mancanza dei presupposti di legge, e specificamente senza avere accertato preventivamente la loro natura di profitto o prezzo dei presunti reati fiscali ad essi contestati e senza alcun accertamento preventivo in ordine alla possibilità di eseguire il sequestro in capo alla società.

Lo rende noto lo stesso Salvatore Castagna con una nota con la quale intende fare chiarezza su una vicenda che lo ha visto coinvolto in un sequestro dei beni della società.

“Con successiva ordinanza del 02.10.2015 – aggiunge la nota – il Tribunale di Palermo ha accolto l’appello proposto dalla signora Cinà, riconoscendo che, contrariamente a quanto sostenuto dal Tribunale, già nel 2014, ed ancor prima del sequestro, Italiacom aveva provveduto a sanare la propria posizione con l’Erario, versando la quasi totalità delle somme dovute e residuando appena un debito tributario di Euro 2.920,47 e non già di Euro 320.017,81 come affermato dal Tribunale. Ed ancora, con provvedimento del 21.10.2015, il Tribunale di Palermo ha infine rigettato l’appello proposto dal P.M. e disposto la restituzione al sig. Castagna dei beni sottoposti a sequestro nel settembre 2014″.

Nella nota Castagna sottolinea che la vicenda giudiziaria “ha irrimediabilmente compromesso l’attività commerciale di una florida ed emergente realtà imprenditoriale palermitana, anche e soprattutto in conseguenza dell’enorme risonanza mediatica che è stata volutamente data all’intera vicenda, sia prima che dopo l’intervento della Magistratura. I signori Cinà e Castagna sono oggi finalmente felici di aver dimostrato, grazie ai professionisti che li hanno assistiti, ed a cui va il loro ringraziamento, di non aver mai posto in essere alcuna delle gravi condotte che sono state loro contestate, in maniera infondata, e di aver sempre agito nel rispetto delle norme di legge e, con la stessa forza che li ha sostenuti nel corso di questo terribile periodo, sono oggi pronti a far valere i propri diritti per vedere ripristinata la propria immagine personale e professionale”.

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Aut. del tribunale di Palermo n.20 del 27/11/2013
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