Sicilia, Cuffaro lascia il carcere di Rebibbia | L’ex governatore: “È bello respirare la libertà”

di Redazione

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Sicilia, Cuffaro lascia il carcere di Rebibbia | L’ex governatore: “È bello respirare la libertà”

| sabato 12 Dicembre 2015 - 16:47

Salvatore Cuffaro, l’ex presidente della Regione Siciliana, torna in libertà. Dopo aver scontato la condanna a sette anni per favoreggiamento aggravato alla mafia, ha lasciato il carcere romano di Rebibbia.

L’ex presidente della Regione siciliana, ha detto: “È bello respirare la libertà. Oggi posso dire di aver superato il carcere”, queste le sue prime parole. Cuffaro non è uscito dall’ingresso principale del carcere di Rebibbia ma da quello dell’Aula Bunker in via del Casale di San Basilio.

Cuffaro aveva con sé degli scatoloni che contenevano lettere ricevute durante il suo periodo di detenzione. “Ho ricevuto 14 mila lettere – spiega – sono parte della mia vita. Le terrò con me”. Ad aspettarlo fuori dal carcere il figlio e il fratello Silvio.

“La politica attiva, elettorale e dei partiti è un ricordo bellissimo che non farà parte della mia nuova vita. Ora ho altre priorità”, ha aggiunto Cuffaro. “Ho amato la politica e non rinnego nulla di ciò che ho fatto – ha aggiunto – non mi sento tradito”.  Adesso l’ex governatore ha detto di volere vedere la madre e che in seguito vorrebbe occuparsi dei detenuti ed andare in Africa: “La società Motherworld Foundation che lo ha in gestione mi ha contattato in questi ultimi mesi ed abbiamo organizzato la mia esperienza di medico volontario in Africa che farò non appena avrò sistemato alcune vicende della mia famiglia”.

“Non credo la Sicilia sia cambiata in meglio. Io credo che Vecchioni abbia detto una cosa con amore. Forse non lo sa Crocetta ma pure questo è amore”, ha sottolineato Cuffaro. “Quello che vedo nella politica di oggi in Sicilia è poco amore per le cose che si fanno. Quando non ci sono ideali la politica rischia di essere sterile e inumana. È diventata cattiva la politica di ora”.

Cuffaro è stato in carcere meno di cinque anni: 4 anni e 11 mesi. Ora che ha chiuso i conti con la giustizia, grazie all’indulto di un anno per i reati “non ostativi” e lo sconto di 45 giorni ogni sei mesi per buona condotta, torna uomo libero.

“Nella mia coscienza sono innocente. Sono andato a sbattere contro la mafia. Tornassi indietro metterei un airbag”. Ha affermato ancora Cuffaro. “Ho fatto degli errori, non mi voglio nascondere – aggiunge – io li ho pagati, altri no. Ora credo di avere il diritto di ricominciare”.

La mafia è “una cosa che fa schifo. Lo continuo a dire anche perché quando l’ho detto qualcuno ci ha riso sopra, ma la mafia fa schifo. Ed é il più grande cancro che abbiamo in Sicilia”. Lo ha detto Totò Cuffaro in una intervista a Tv2000. “Un cancro complicato – ha aggiunto – Perché è un cancro metastatizzato, nel senso che si insidia e arriva dappertutto dove ci sia da lucrare, da fare soldi, da fare economia. Ed è soprattutto un fenomeno che aggredisce le persone meno attrezzate culturalmente”.

“La mia speranza” è che “un giorno le carceri vengano abolite. È giusto che chi ha sbagliato paghi un prezzo alla società, ma un prezzo che gli consenta di continuare a vivere e alla società di essere ripagata. Facciamo lavorare ma non sbattiamolo in carcere e ci scordiamo di lui”, ha concluso l’ex governatore della Sicilia.

 

 

 

 

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