Usa 2016, ultimo atto alla vigilia delle primarie |La Clinton e Sanders si affrontano a viso aperto

di Redazione

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Usa 2016, ultimo atto alla vigilia delle primarie |La Clinton e Sanders si affrontano a viso aperto

| martedì 26 Gennaio 2016 - 07:40

“Qual è il presidente americano che preferisce?” È stata questa la domanda più difficile per Hillary Clinton nel corso dell’ultimo dibattito prima dell’inizio delle primarie. Ma la candidata per la nomination democratica sta al gioco e risponde sorridendo: “Mi dispiace Obama, mi dispiace Bill… è Abraham Lincoln”.

È stata molto brillante nell’apparizione in tv a Iowa. “Voglio essere il presidente di tutti. Perchè questo è ciò che un presidente deve fare”. Poi citando l’ex governatore di New York Mario Cuomo ha sottolineato: “In campagna elettorale si fa poesia, ma si governa in prosa”.

“Gli insulti e le parole denigratorie” di Donald Trump “sono la parte più stressante di questa campagna” e ad una domanda di una donna musulmana ha poi ripetuto che i commenti di Trump sui musulmani “non sono solo vergognosi e contrari ai nostri valori, ma anche pericolosi. I musulmani americani meritano di meglio”.

Come ormai capita sempre la Clinton ha fatto riferimento ad Obama, in questo caso alle parole usate verso la candidata alla presidenza degli Usa: “Sono stata molto toccata e gratificata. Lui questo lavoro lo conosce”.

 

Il candidato per la nomination democratica Bernie Sanders rispondendo ad una domanda sulle parole usate dal presidente Barack Obama che in una recente intervista ha sottolineato come fare il presidente imponga di non potersi concentrare su un tema soltanto ha replicato: “Ho l’esperienza e la capacita’ di giudizio per fare il presidente”.

“Non possiamo continuare ad avere un governo dominato da miliardari e un Congresso che lavora per gli interessi di pochi”, ha detto. “Se siamo seri nel voler ricostruire la classe media americana milioni di americani devono dire basta ed esigere che Washington rappresenti tutti e non solo pochi”.

Sul successo in parte inaspettato della sua campagna osserva: “l’establishment non va più bene, c’è bisogno di una rivoluzione politica”.

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