Secondo l’amministrazione Trump, quello firmato nei giorni scorsi: “Non è un bando sui musulmani“. Lo assicura il segretario Usa alla sicurezza nazionale John Kelly nel corso di un briefing per fare chiarezza sull’impatto della controversa stretta di Donald Trump sugli immigrati.
Kelly ha ribadito come le misure prese siano per rafforzare la sicurezza nazionale: “Non si può giocare con la vita degli americani”. Kelly smentisce quindi che Trump abbia firmato il decreto messo a punto dalla Casa Bianca senza avvertire l’Homeland Security: “Sapevamo che l’ordine esecutivo stava per arrivare”.
Ma è destinata a far discutere anche l’eccezione alla sospensione temporanea del programma per i rifugiati concesso a 872 di loro che erano già pronti per arrivare e il cui rifiuto causerebbe loro ”difficoltà ingiustificate”. La decisione è stata presa d’intesa con il dipartimento di stato. Gli 872 rifugiati arriveranno questa settimana.
Guterres, è “particolarmente preoccupato per le decisioni che in tutto il mondo hanno compromesso l’integrità del regime internazionale di protezione dei rifugiati“. Il portavoce del Palazzo di Vetro ha precisato che il riferimento non è solo all’ordine esecutivo di Donald Trump negli Stati Uniti, ma anche alle azioni adottate nei mesi scorsi da alcuni Paesi europei.
“I rifugiati in fuga da conflitti e persecuzioni – ha aggiunto – trovano sempre più frontiere chiuse e un accesso sempre più limitato alla protezione di cui hanno bisogno e che hanno diritto a ricevere”. Secondo Guterres, decisioni come quella del presidente Usa “innescano ansia e rabbia diffuse, che possono facilitare la propaganda delle organizzazioni terroristiche che tutti noi vogliamo combattere. Misure cieche, non basate su informazioni solide, tendono ad essere inefficaci poiché rischiano di essere scavalcate dai sofisticati movimenti terroristi di oggi”.
