Elena Ceste, confermata la condanna del marito | Dovrà scontare 30 anni di reclusione

di Redazione

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Elena Ceste, confermata la condanna del marito | Dovrà scontare 30 anni di reclusione

| mercoledì 15 Febbraio 2017 - 17:46

I giudici della Corte d’assise d’appello di Torino hanno confermato la condanna a 30 anni di reclusione inflitta in primo grado nei confronti di Michele Buoninconti, per aver ucciso la moglie, Elena Ceste. L’accusa è di omicidio volontario premeditato e occultamento di cadavere. La Corte ha anche disposto il sequestro del suo patrimonio, conti correnti e un terzo della casa.

I difensori dell’imputato stamattina avevano chiesto l’assoluzione con formula piena e dopo la lettura della sentenza hanno già preannunciato che faranno ricorso in Cassazione.

Michele Buoninconti, detenuto al carcere di Verbania, era presente in aula al momento della lettura ed è rimasto impassibile alla notizia della conferma della condanna; in aula anche i genitori della vittima che a caldo non hanno commentato la sentenza.

Elena Ceste era scomparsa dalla sua casa di Costigliole d’Asti il 24 gennaio 2014 ed è stata ritrovata morta nell’ottobre successivo in un canale di scolo, a due chilometri di distanza dall’abitazione.

“Si tratta di conti correnti e di un terzo della casa. Siamo soddisfatti. Questo garantisce un futuro ai figli“, spiegano i difensori di Buoninconti. “Su quanto è accaduto si possono fare solo delle ipotesi. Non è possibile dire come, quando, dove e in che modo Elena Ceste è stata uccisa. E non si può nemmeno dire se sia stato un delitto premeditato, volontario, di impeto o di altro. A nostro avviso non si è trattato nemmeno di un omicidio”.

L’avvocato Enrico Scolari, uno dei difensori di Michele Buoninconti, ha risposto a una domanda dei giornalisti sullo stato d’animo dell’ex vigile del fuoco condannato in Appello a trent’anni di carcere per l’omicidio della moglie, Elena Ceste. “Leggeremo le motivazioni – ha annunciato il legale – e ricorreremo in Cassazione”.
“In questo processo abbiamo riversato una quantità di elementi, fra consulenze tecniche e documentazione varia, che sono di tutt’altro segno rispetto alle conclusioni cui sono arrivati i giudici. Per questo vedremo come hanno valutato gli indizi e poi, con ogni probabilità, impugneremo la sentenza”.
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