Gentiloni: “Le riforme in Italia non si fermano” |Il Consiglio europeo bacchetta l’Italia sui migranti

di Redazione

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Gentiloni: “Le riforme in Italia non si fermano” |Il Consiglio europeo bacchetta l’Italia sui migranti

| mercoledì 08 Marzo 2017 - 15:21

Alla vigilia del Consiglio europeo, il premier , Paolo Gentiloni, ha voluto chiarire “che in Italia le riforme non solo non si sono fermate ma non hanno minimamente rallentato il loro corso”.

Il presidente del Consiglio Paolo Gentiloni è intervenuto in Senato, sottolineando come l’Italia non è la “prima della classe ma non accettiamo lezioni. Sfido a trovare un altro Paese in Ue che sia così impegnato in un processo di riforme”.

Gentiloni ha poi ricordato che “l’Italia rispetta le regole ma vuole contribuire a modificare alcune politiche, per far sì che l’Unione abbia un ruolo di accompagnamento e non di depressione della crescita economia. Sappiamo che da noi la crescita è ancora lenta, anche se la distanza dalla media europea nel 2016 è stata la più bassa degli ultimi 5 anni”.

Sul fenomeno dilagante dell’immigrazione, il premier ha poi fissato l’obiettivo che è quello di “sostituire l’immigrazione clandestina irregolare con flussi e canali più accettabili e mi aspetto un passo in più, in termini di risorse, per aiutare l’Italia” nella gestione dei migranti provenienti soprattutto dalla Libia.

Il premier risponde così al rappresentante speciale del segretario generale del Consiglio d’Europa per le migrazioni e i rifugiati, l’ambasciatore Tomas Bocek, che aveva detto che “le debolezze del sistema italiano di rimpatri volontari e delle espulsioni forzate rischia di incoraggiare l’afflusso di un sempre maggior numero di migranti economici irregolari”.

Poi Gentiloni si è spostato alla Camera e parlando dal banco del Governo, tra i ministri Alfano e Madia, ha dichiarato che l’Europa a più velocità “non va vista come un gigantesco complotto contro l’Italia. L’Italia è tra i Paesi promotori di quest’impostazione e senza la Gran Bretagna sarà uno dei Paesi assolutamente protagonisti di questo processo. Non è una decisione da prendere domani, è risposta di prospettiva a rischio impasse”.

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