Il Senato approva l’abolizione dei voucher |Lepri: “Ora nuove norme su lavori occasionali”

di Redazione

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Il Senato approva l’abolizione dei voucher |Lepri: “Ora nuove norme su lavori occasionali”

| mercoledì 19 Aprile 2017 - 19:36

L’abolizione dei voucher è legge. L’aula del Senato ha approvato, nel pomeriggio di oggi, la conversione in legge del decreto che abolisce i voucher e ripristina la responsabilità solidale negli appalti.

Il provvedimento, già licenziato alla Camera, è stato approvato con 140 voti favorevoli 49 voti contrari e 31 astensioni e diventa quindi definitivo.

“Oggi, dopo il voto del Senato, l’abrogazione dei voucher e le modifiche delle disposizioni sulla responsabilità solidale in materia di appalti, diventano legge”, ha dichiarato Stefano Lepri, vicepresidente del gruppo Pd intervenendo nell’Aula del Senato in dichiarazione di voto. “Non si tratta di una scelta dettata dal timore del referendum ma è in linea con l’approccio riformista del Governo e della maggioranza parlamentare – ha continuato -. Abbiamo voluto evitare di dare un significato politico ad un quesito referendario che è squisitamente di merito e abbiamo voluto evitare che l’esito referendario ritardasse o impedisse di rimettere prontamente mano ai limiti individuati, così da garantire le indiscutibili esigenze di assicurare lavori erogabili anche in forma occasionale“.

Soddisfazione da parte del segretario generale della Cgil, Susanna Camusso, che oggi ha partecipato al presidio organizzato nei pressi del Pantheon, in occasione della discussione e votazione al Senato. La Camusso ha ribadito che con l’addio ai voucher “non si crea alcun vuoto normativo: è una leggenda inventata il giorno dopo il decreto. Forme di flessibilità e di lavoro breve ce ne sono in un numero infinito nel nostro ordinamento”.

“Essendo il testo corrispondente al quesito referendario ci immaginiamo che la Corte di Cassazione applichi le norme che prevedono la possibilità di non svolgere il voto qualora l’intervento legislativo corrisponda ai quesiti proposti” ha poi detto. “Ovviamente – ha aggiunto – l’ultima parola spetta alla Corte di Cassazione”.

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