Palermo, chiedono il pizzo allo chef Natale Giunta: quattro arresti

di Redazione

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Palermo, chiedono il pizzo allo chef Natale Giunta: quattro arresti

| mercoledì 27 Febbraio 2013 - 07:08

Arrestati 27 febbraio 2013

PALERMO, 27 FEBBRAIO 2013 – Chiedevano 2 mila euro a Pasqua ed altri 2 mila a Natale a un noto imprenditore titolare di una società di catering e ristorazione. Quattro uomini sono stati arrestati dai Carabinieri con l’accusa di tentata estorsione aggravata dalle finalità mafiose.

 

Si tratta dei pregiudicati Antonino Ciresi, monrealese di 70 anni, e Maurizio Lucchese, 50 anni, palermitano, e degli incensurati Alfredo Calogero Attilio Perricone, 31 anni, e Giuseppe Battaglia, entrambi di Palermo (nella foto in ordine partendo da sinistra). I quattro hanno provato a taglieggiare lo chef Natale Giunta, famoso per la sua partecipazione alla trasmissione condotta da Antonella Clerici, “La prova del cuoco”, che ha però denunciato il tentativo di estorsione.

 

Lo scorso marzo la vittima è stata contattata dagli aguzzini che le contestavano di aver intrapreso attività commerciali senza aver chiesto l’autorizzazione a cosa nostra, di non essersi “messo a posto”, esigendo, di conseguenza, la somma di 2 mila euro da pagare sia a Pasqua che a Natale, per il sostentamento delle famiglie dei detenuti. Gli estorsori sottolineavano che il loro approccio era stato assolutamente benevolo, in quanto non avevano preannunciato il loro arrivo con danneggiamenti. I Carabinieri hanno rilasciato stralci delle parole usate dai quattro per convincere l’imprenditore a pagare il pizzo: …a posto … significa che praticamente qua dentro non verrà più nessuno … perché praticamente siamo d’accordo tutti… due a Pasqua più due a Natale… ma significa la pace però … la pace significa la pace assoluta … e ti levi questo pensiero“.
L’imprenditore manifestava di non essere nelle condizioni di soddisfare la richiesta estorsiva perché in difficoltà economiche, ma gli uomini del pizzo gli rispondevano che erano certi che avrebbe cambiato idea. E infatti, dopo pochi giorni, veniva recapitato alla vittima un biglietto anonimo con scritte minacciose (“mettiti a posto un fare u sbirru picchì ti finisci mali“) seguiti da due danneggiamenti all’interno del locale. Infine, come chiaro e decisivo avvertimento, è stata fatta trovare all’esterno dell’attività commerciale una tanica di benzina.

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