Centinaia i migranti morti durante le traversate. Quasi 28 mila gli arrivi in Italia nel 2013

di Redazione

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Centinaia i migranti morti durante le traversate. Quasi 28 mila gli arrivi in Italia nel 2013

| lunedì 30 Settembre 2013 - 15:58

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Dati contrastanti, quelli forniti dall’Alto commissario Onu per i rifugiati e dall Fondazione Migrantes. Ma entrambi concordano nel sottolineare che sono tantissimi gli uomini, le donne e i  bambini ad aver perso la vita in viaggi della speranza, sin dall’inizio dell’anno.

 

PALERMO, 30 SETTEMBRE 2013 – Quasi 28 mila. Sono gli immigrati sbarcati in Italia dall’inizio del 2013, mentre più di 100 non sono riusciti a raggiungere le coste europee e hanno perso la vita nel Mediterraneo durante le traversate. I dati sono stati forniti dall’Alto Commissario dell’Onu per i rifugiati (Unhcr), che ha voluto esprimere il suo cordoglio per la morte dei 13 migranti a Scicli.  “I 13 migranti, tutti uomini di presunta nazionalità eritrea – spiega l’Unhcr – sarebbero annegati nel tentativo di raggiungere a nuoto la spiaggia di Sampieri dopo che il barcone su cui viaggiavano si era arenato a pochi metri dalla riva. Secondo quanto riferito dai sopravvissuti l’imbarcazione era partita dalla Libia due giorni prima con circa 230 persone a bordo”.

 

Un dato più grave viene fornito dalla Fondazione Migrantes che parla di più di 200 morti accertati nel Mediterraneo e quasi 3500 persone salvate dalla Marina nell’anno in corso. I dati sono stati forniti da Giancarlo Perego, direttore generale di Migrantes. “Ogni giorno, un migrante ha trovato la morte mentre cercava di raggiungere l’Italia e l’Europa”. Questo il commento di Perego dopo la notizia dei 13 morti sulle coste ragusane.

 

 

“Le morti innocenti – aggiunge Perego – non possono lasciarci indifferenti, ma chiedono nuovamente di presidiare il Mediterraneo non con la finalità di presidiare i confini, ma soprattutto di accompagnare i migranti e richiedenti asilo. Occorre riconoscere il lavoro fatto dalla Marina che nel 2013 ha già salvato quasi 3500 persone in mare, accompagnandola con nuove unità che abbiano la finalità di proteggere uomini, donne e bambini in fuga da situazioni drammatiche, come il Corno d’Africa o la Siria o l’Egitto per le guerre in atto”.

 

 

 

“L’Italia e l’Europa non possono non guardare con una rinnovata attenzione a forme di cooperazione internazionale decentrata anche per le persone in cammino, oltre che a favore dei Paesi di provenienza, con maggiori risorse e rinnovati progetti” – conclude Perego.

 

Infine ecco il commento di Laurens Jolles, delegato Unhcr per Italia e Sud Europa: “Tragedie come quella di oggi devono far riflettere tutti. Evidenziano infatti come troppe persone disperate sono disposte a rischiare la propria vita perchè costrette alla fuga per mettersi in salvo da conflitti, persecuzioni e violenze”.

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