Carceri sovraffollate e senza diritti | L’urgenza di amnistia e indulto

di Maria Teresa Camarda

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Carceri sovraffollate e senza diritti | L’urgenza di amnistia e indulto

| mercoledì 09 Ottobre 2013 - 06:45

Il crimine è una sconfitta della società. “Chi ha pagato per il crimine che ha commesso ha diritto a una seconda opportunità”. Il messaggio di Salvo Fleres, ex garante per i diritti dei detenuti in Sicilia, diventa straordinariamente di attualità dopo il messaggio di Napolitano alla Camera e al Senato.

Il messaggio sullo stato delle carceri è per il presidente della Repubblica il primo. Il capo dello Stato, nel suo primo settennato, infatti, non aveva mai utilizzato questo strumento che la costituzione gli mette a disposizione. Questa volta ha scelto di scrivere ai presidenti delle due Camere per sottolineare l’emergenza del sovraffollamento delle carceri. “L’Italia viene a porsi in una condizione umiliante sul piano internazionale per violazione dei principi sul trattamento umano dei detenuti”. “Sono necessari immediati rimedi straordinari”, ha detto il presidente Napolitano, riferendosi alla possibilità che il Parlamento, nell’affrontare la discussione che seguirà al suo messaggio, possa anche valutare i provvedimenti di clemenza di amnistia e indulto. Una richiesta che ovviamente ha scatenato moltissime polemiche da parte di alcuni schieramenti politici, per via delle questioni legate alla condanna di Silvio Berlusconi.

Ma dell’emergenza reale delle carceri e delle condizioni inumane in cui vivono i detenuti ne aveva già parlato Salvo Fleres, ex garante per i diritti dei detenuti in Sicilia –  il suo incarico è scaduto qualche giorno fa e il presidente della Regione, “forse troppo impegnato a pensare ad altro”, non ha ancora deciso se consegnare a lui un secondo mandato, “lasciando la popolazione carceraria priva di punti di riferimento”. “Serve – dice Fleres – una revisione profonda di alcune leggi che io definisco, con un neologismo forzato, ‘carcerogene’, ovvero si tratta di due leggi che determinano un accesso sproporzionato di detenuti in carcere: mi riferisco alla Bossi-Fini sulle immigrazioni (di cui si sta chiedendo a gran voce una revisione dopo il terribile naufragio di Lampedusa, n.d.r.) e alla Fini-Giovanardi sulle tossicodipendenze. Queste due leggi hanno effetti devastanti sul piano del sovraffollamento e vanno immediatamente modificate”.

Il problema è che questi testi prevedono la pena della detenzione anche per reati considerati minori e portano così troppa gente in carcere. “E nelle prigioni sovraffollate – conclude Fleres – diventa anche più difficile lavorare sul recupero e il reinserimento del detenuto, obiettivi fondamentali per un paese con un sistema della pena etico”.

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