Sono almeno 10 mila le persone morte nelle Filippine al passaggio del tifone Haiyan, uno dei più violenti (categoria 5) mai registrati negli ultimi 50 anni. La provincia più colpita è quella di Leyte. Il capoluogo Tacloban è una delle città più martoriate, ma ci sono città più lontane e non ancora raggiunte dai soccorsi che potrebbero far aggravare il bilancio delle vittime. Inoltre, è altissimo il bilancio dei dispersi.
In tutto il paese manca la corrente elettrica da più di 48 ore, mentre si continua a scavare tra le macerie per recuperare i cadaveri di chi è rimasto travolto dai crolli degli edifici. Moltissimi i bambini e gli adolescenti rimasti uccisi: Secondo l’Unicef, che già sta operando nel paese colpito dal disastro, più del 40 per cento della popolazione coinvolta. Le stime arrivanoman mano che i soccorritori giungono nei luoghi colpiti dal disastro, dove i sopravvissuti, riferiscono diverse testimonianze, “si muovono come zombie”.
L’Unità di crisi della Farnesina, attraverso l’ambasciata d’Italia nelle Filippine, sta verificando l’eventuale coinvolgimento di connazionali, ma le ricerche sono rese più difficili dalla complicata situazione delle comunicazioni nel paese, con linee telefoniche e internet fuori uso in molte aree anche a causa dei blackout.
Ieri il Papa ha usato Twitter per rivolgere un pensiero alle popolazioni colpite e chiedere al mondo di pregare per il disastro delle Filippine: “Chiedo a tutti voi di unirvi a me nella preghiera per le vittime del tifone Haiyan-Yolanda, specialmente quelli nelle amate isole delle Filippine”.
Intanto, in Vietnam, circa un milione di persone sono state evacuate da 29 province del Paese. La maggior parte ha trovato rifugio nelle scuole e nei centri sportivi. Sospesi 200 voli e tutti i servizi di trasporto via terra e via mare. Il tifone, secondo i meteorologi, potrebbe addirittura rafforzarsi mentre si sposta verso il Mar cinese meridionale.
