Niente fondi europei per il cibo ai poveri | L’allarme degli enti caritativi italiani

di Alessia Rotolo

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Niente fondi europei per il cibo ai poveri | L’allarme degli enti caritativi italiani

| lunedì 03 Febbraio 2014 - 19:21

Le mense per i poveri potrebbero rimanere senza scorte di cibo a causa di un cambiamento nella nuova programmazione europea 2014/2020. È un rischio concreto che colpirebbe duramente, già dai prossimi mesi, gli anelli più deboli della società.

Ogni anno l’Italia ha ricevuto dall’Europa 90 milioni di euro (previsti nella programmazione 2007/2013) per aiuti alimentari agli indigenti, finanziamenti che si traducevano in diversi prodotti alimentari che poi gli enti caritativi come la Caritas o il Banco Alimentare distribuivano in modo capillare sul territorio. Nella nuova programmazione è previsto un cambio significativo, i 90 milioni saranno sempre destinati agli indigenti, ma sarà il Ministero del Welfare ad occuparsene e non più il Ministero dell’Agricoltura.

Fino ad ora l’Ue ha distribuito su tutto il territorio italiano ogni anno 90 milioni di alimenti tra riso, formaggi, latte, legumi, polpa di pomodoro, olio di semi di girasole, confetture, pasta e pastina, biscotti e biscotti per l’infanzia, farina e fette biscottate. Adesso, però, non saranno più solo beni alimentari ad essere destinati agli indigenti bensì anche servizi, ma ancora non si sa di che genere. C’è molta confusione a tal proposito e non si hanno certezze per il futuro. Sta di fatto che diversi enti caritativi dall’inizio del 2014 non hanno ricevuto i sostegni alimentari. Il rischio è quello di non avere le risorse necessarie per poter continuare a garantire il servizio di distribuzione pasti agli indigenti.

La chiesa dei Cappuccini di Palermo, ad esempio, ha una mensa dove ogni giorno distribuisce 120-150 pasti (con primo e secondo). “Siamo andati al Banco Alimentare e ci hanno detto che gli alimenti dell’Unione Europea non ci sono e probabilmente non ci saranno più. Non prendiamo nessun tipo di finanziamento pubblico, né dal Comune, né tantomeno dalla Regione – racconta Padre Domenico Spatola – la nostra mensa è aperta ogni giorno, 363 giorni l’anno, dal 1992”.

“Penso che la politica – continua – dovrebbe inserire nei capitoli di spesa dei loro bilanci qualcosa per i poveri piuttosto che finanziare seminari e convegnucoli. Se per il 2014 non arriveranno gli aiuti alimentari dell’unione europea dovremo mettere tutto in discussione e sperare nella provvidenza che è l’unica sulla quale abbiamo sempre potuto contare”.

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