Stamina, rinviato a giudizio Davide Vannoni | Tentata truffa, processo il 3 aprile

di Redazione

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Stamina, rinviato a giudizio Davide Vannoni | Tentata truffa, processo il 3 aprile

| venerdì 07 Febbraio 2014 - 11:11

Davide Vannoni è stato rinviato a giudizio per tentata truffa ai danni della Regione Piemonte. Lo ha deciso il gup di Torino, Luca Del Colle.

Il processo inizierà il 3 aprile. L’avvocato di Davide Vannoni, Roberto Piacentino, aveva chiesto l’assoluzione o, in subordine, l’estinzione del reato per prescrizione. Il guru di Stamina è accusato di tentata truffa: la vicenda si riferisce alla richiesta alla Regione Piemonte di un finanziamento di 500mila euro, prima concesso e poi revocato dalla giunta nel 2008, per un laboratorio sulle cellule staminali.

“Speravo che la vicenda si risolvesse già oggi, vuol dire che dimostreremo in dibattimento la mia innocenza. Sono assolutamente sereno”. Il presidente di Stamina Foundation, Davide Vannoni, commenta così, interpellato al telefono dall’ANSA, il suo rinvio a giudizio per la presunta tentata truffa ai danni della Regione Piemonte. “Non sono io a dire che non ho commesso il reato – aggiunge Vannoni – a parlare sono i documenti e li porteremo in dibattimento”.

E in una nota  il movimento malati ha espresso il proprio sostegno al presidente di Stamina Foundation: “Non possiamo dire che Davide Vannoni sia colpevole prima dei tre gradi di giudizio. Siamo convinti della sua innocenza e siamo tranquilli perche’ tanto sappiamo che si tratta di un reato che con tutta probabilità cadrà in prescrizione perché riferito a 6 anni fa”. Lo ha detto all’AGI Pietro Crisafulli, vice presidente del movimento ‘Vite Sospese’.

“Per noi malati la situazione rimane la stessa e possiamo fare solo due scelte: morire o migrare all’estero per farci curare”, ha detto. “A breve 12 malati italiani, 7 adulti e 5 bambini, partiranno per Israele, dove sata’ possibile curarsi con le staminali”, ha annunciato Crisafulli. “Siamo stati costretti a mollare Vannoni – ha aggiunto – perche’ in questo paese ci è stata negata la possibilità di curarci. Ora chi può parte e chi invece non ha i mezzi economici muore”.

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