Chiude a Palermo lo storico bar Mazzara | E Randazzo avvia 40 procedure di licenziamento

di Redazione

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Chiude a Palermo lo storico bar Mazzara | E Randazzo avvia 40 procedure di licenziamento

| martedì 01 Aprile 2014 - 17:56

A Palermo la crisi fa un’altra vittima. Chiude il bar Mazzara, lo storico bar della famiglia Glorioso di via Generale Magliocco aperto fin dal 1909, nel salotto del capoluogo siciliano. La società ha comunicato la procedura di licenziamento collettivo per la cessazione di attività . Andranno a casa 32 lavoratori a causa della crisi. “Dopo anni di interventi migliorativi nelle strutture e nell’organizzazione, di contenimento delle spese, di riduzione di personale, di cassa integrazione guadagni – si legge in una nota della società – dobbiamo accettare che non possiamo più evitare la cessazione dell’attività”.

“Apprendiamo ancora con rammarico – dichiara Giovanni Amato, sindacalista della Filcams Cgil Palermo- l’ennesima chiusura di uno degli ultimi luoghi storici della nostra città. Chiederemo un incontro urgente all’azienda e contestualmente ci attiveremo con l’amministrazione comunale perché riteniamo che Palermo non possa continuare a mettere i sigilli a tutte le attività che da sempre hanno dato luce alla città, oltre che lavoro a decine di lavoratori che ad oggi non hanno, se le cose continuano così, nessuna prospettiva di ricollocazione. Speriamo che questa volta si faccia avanti un imprenditore che possa rivelare questo bar e chiediamo in tal senso l’appoggio dell’Assessorato Regionale alle Attività produttive”.

Intanto il gruppo Randazzo di Palermo ha resto noto alle sigle sindacali l’avvio della procedura di licenziamento collettivo per 40 dipendenti, 20 addetti alle vendite di staff e altri 20 alle attività di vendita. Tra i motivi della decisione, si legge in una nota inviata dalla Società alle sigle sindacali, “il perdurare della crisi che trova riscontro nella progressiva diminuzione delle vendite”. “Venendo meno, alla data del 30 giugno 2014, l’ammortizzatore sociale della solidarietà – prosegue la nota – l’azienda non ritiene di poter adottare misure idonee a porre rimedio alla predetta situazione ed evitare, in tutto o in parte, la dichiarazione di mobilità”.

Durissima la posizione della Filcams Cgil Palermo: “Chiederemo – dichiara Monja Caiolo, segretario generale Filcams Cgil Palermo – in sede di esame congiunto di gestire gli eventuali esuberi attraverso il ricorso agli ammortizzatori sociali. L’azienda, peraltro, sta utilizzando il contratto di solidarietà per una parte della pianta organica. Una soluzione, dunque, potrebbe essere estendere lo strumento a tutti i dipendenti: l’unica mobilità che possiamo valutare è un esodo incentivato che si traduca in una sorta di accompagnamento alla pensione”.

 

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