Berlino, si cerca un tunisino “armato e pericoloso” | La madre dell’italiana scomparsa: “Grande dolore”

di Redazione

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Berlino, si cerca un tunisino “armato e pericoloso” | La madre dell’italiana scomparsa: “Grande dolore”

| mercoledì 21 Dicembre 2016 - 08:45

Sono ancora in corso le ricerche dell’attentatore del mercatino di Berlino. Dopo aver appurato che non si trattava del pakistano fermato subito dopo la strage e averlo rilasciato, la polizia tedesca continua le ricerche. La polizia sta cercando un tunisino di 24 anni, Anis Amir.

Il sito precisa come “sotto il sedile del guidatore gli inquirenti hanno trovato un documento di espulsione” emesso per “un un cittadino tunisino di nome Anis Amir., nato nel 1992 nella città di Tataouine”. Il sospetto comunque “sarebbe noto anche con due altri nomi”.

C’è un forte sospetto che l’uomo sia armato e che possa già aver lasciato la Germania. Secondo altre ricostruzioni, invece, la polizia starebbe cercando l’attentatore fra i feriti in tutti gli ospedali della capitale tedesca, riferisce l’emittente pubblica regionale Rbb.

Il 24enne aveva lasciato la Tunisia sette anni fa come migrante illegale e aveva scontato quattro anni di prigione in Italia perché accusato di un incendio in una scuola. Lo riferisce il padre alla radio tunisina Mosaique FM. Secondo Der Spiegel online, l’uomo aveva ricevuto un permesso per restare in Germania ad aprile, ma era stato classificato come soggetto “pericoloso” dalle autorità alla luce dei suoi legami con il predicatore Abu Walaa, accusato di estremismo islamico. Secondo il quotidiano, il ricercato era noto alla polizia per lesioni personali gravi.

Anis Amir “era stato rinchiuso per due giorni nel carcere di Ravensburg”, dopo che “il 30 luglio era stato fermato a Friedrichshafen per un controllo”, riporta lo Spiegel online, aggiungendo che “due giorni dopo era stato però rilasciato”. E si apprende anche che i documenti attesi e necessari per l’espulsione del giovane tunisino sono arrivati solo mercoledì.

Le operazioni della polizia si stanno concentrando nella zona del Nordreno-Vestfalia, nell’ovest della Germania, dove, secondo la tv N24, “il giovane avrebbe vissuto in un centro accoglienza profughi di Kleve“, cittadina di 50mila abitanti al confine con l’Olanda e distante oltre 600 chilometri da Berlino.

Adesso emerge un particolare secondo cui l‘autista polacco, poi morto, avrebbe provato a fermare la follia omicida del killer deviando il camion ma non sarebbe totalmente riuscito nel proprio intento.

Secondo il tabloid Bild, “avrebbe lottato fino all’ultimo” con l’attentatore e sarebbe stato “ancora in vita, nella cabina, al momento in cui il mezzo ha investito la folla”. Nel tir sono state ritrovate “ferite da taglio”. La polizia cerca l’attentato tra i feriti in ospedale. Intanto è stato rilasciato un secondo sospetto.

“Ci deve essere stata una lotta”, ha dichiarato uno degli inquirenti al tabloid. Il terrorista avrebbe rubato il tir al 37enne polacco.

Intanto aleggia sempre meno fiducia e sempre più rassegnazione nelle parole dei genitori di Fabrizia Di Lorenzo, la giovane di Sulmona data per dispersa dopo la strage: “È un dolore troppo grande, sento che mi ha abbandonata. Era così contenta, felice di essere lì, è triste che una persona esca dal lavoro e non rientri più”, ha detto la madre di Fabrizia al vescovo di Sulmona Angelo Spina.

“A mia zia le autorità tedesche ancora non consentono di poter procedere al riconoscimento proprio perché sono ancora in corso le operazioni preliminari mirate a stabilire l’eventuale legame di parentela. In questo momento non possiamo fare altre che pregare e sperare“, ha detto Danilo Bianchi, cugino di Fabrizia.

Bianchi ha poi aggiunto: “Siamo tutti in grande apprensione per conoscere l’esito di questa vicenda. In Germania le procedure in questi casi funzionano diversamente da qui, sono più lunghe e quindi ai familiari non è consentito di vedere la salma per il riconoscimento, se non dopo aver effettuato esami clinici che accertino il legame di parentela“.

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