Usa, Cohen conferma le accuse delle pornostar: Trump nei guai

di Redazione

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Usa, Cohen conferma le accuse delle pornostar: Trump nei guai

| mercoledì 22 Agosto 2018 - 07:33

Bufera su Donald Trump. A New York, l’ex avvocato personale di presidente Usa, Michael Cohen, si è dichiarato colpevole delle accuse relative al pagamento di due donne, la pornostar Stormy Daniels e l’ex coniglietta di Playboy Karen McDougal, per comprare il loro silenzio in campagna elettorale, in merito ad un affaire con il tycoon. L’ex avvocato ha parlato anche di sforzi coordinati per influenzare le elezioni. In Virginia, Paul Manafort, ex manager della campagna elettorale di Trump, viene giudicato colpevole per otto capi di imputazione, di cui cinque per frode fiscale

Queste dichiarazioni, adesso, rischiano di mettere nei guai il presidente degli Stati Uniti

Usa, Cohen conferma le accuse delle pornostar: Trump nei guai

In una nota diffusa dopo l’ammissione di colpa di Cohen – che sottolinea di aver agito “in coordinamento e sotto la direzione di un candidato ad un incarico federale” -, l’avvocato di Trump, Rudy Giuliani afferma che “non c’è riferimento ad alcun illecito da parte del presidente americano“. E ancora: “È chiaro che, come osservato dall’accusa, le azioni di Cohen riflettono uno schema di bugie e disonestà durante un periodo di tempo significativo”.

Cohen, che da fedelissimo negli ultimi mesi ha marcato sempre di più la sua distanza dal presidente Usa, si è detto colpevole per tutti gli otto capi d’accusa che gli sono contestati, dalla frode fiscale e bancaria alla violazione delle regole finanziarie della campagna elettorale. L’ex avvocato rischia una pena che va dai i quattro e fino ai cinque anni e tre mesi di prigione. Il giudice, intanto, ha stabilito il 12 dicembre quale data per la sentenza e ha fissato una cauzione di 500 mila dollari.

Contemporaneamente ad Alexandria, in Virginia, un altro processo mette ancora di più nei guai Trump. Dopo giorni di camera di consiglio, la giuria del processo a Paul Manafort ha raggiunto un verdetto soltanto su otto dei 18 capi d’accusa contro l’ex capo della campagna elettorale di Trump. Sembra che sugli altri dieci manchi il consenso. Il presidente ha definito Manafort “un brav’uomo” ricordando che ha lavorato per Ronald Regan, ma precisa che questo non ha niente a che fare con il Russiagate. Su Cohen invece nessun commento. 

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