Rubava gli incassi dei siti archeologici, arrestato dalle Fiamme Gialle

di Redazione

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Rubava gli incassi dei siti archeologici, arrestato dalle Fiamme Gialle

| mercoledì 28 Novembre 2012 - 09:18

Guardia-di-finanza

PALERMO 28 NOVEMBRE – Intascava gli incassi dei biglietti di una serie di siti archeologici siciliani senza poi versarli alla Regione. In otto anni sono, così, spariti 19 milioni di euro. Con questa accusa i finanzieri del Nucleo di polizia tributaria della Guardia di Finanza di Palermo hanno posto agli arresti domiciliari per peculato Gaetano Mercadante, 51 anni, residente a Bracciano, in provincia di Roma.

L’uomo, avvalendosi delle Associazioni Temporanee di Impresa (A.T.I.) di cui era legale rappresentante in Sicilia, ha inoltre versato in ritardo altri 14 milioni di euro che aveva prima utilizzato per attività personali.

Nel 2003, l’assessorato regionale ai Beni Culturali ed Ambientali per la Sicilia ha dato in concessione alle tre associazioni temporanee di impresa riconducibili all’indagato la gestione di alcuni servizi nell’ambito di vari siti di interesse storico-culturale.

I siti sono nelle province di Messina (il Teatro Antico di Taormina, il Museo Archeologico di Messina, la Villa Romana di Patti Marina, l’Area Archeologica e l’Antiquarium di Giardini Naxos, la Villa Romana di S.Biagio presso Terme Vigliatore, l’Area Archeologica Halaesa Arconidea di Tusa, il Museo Archeologico Eoliano “Bernabò Brea” di Lipari), Siracusa (Galleria Regionale di Palazzo Bellomo, il Museo archeologico “Paolo Orsi”, l’Area della Neapolis e l’Orecchio di Dionisio e l’Area archeologica Castello di Eurialo a Siracusa, l’Area archeologica Teatro Antico presso Palazzolo Acreide, il Museo Archeologico di Lentini e l’Area Archeologica di Megera Hyblea ad Augusta), Ragusa (il Museo Archeologico Ibleo di Ragusa, la Cava di Ispica a Modica, la Zona Archeologica di Caucana, il Museo Regionale Kamarina e l’Area archeologica in Santa Croce Camerina) e Trapani (il Museo Archeologico “Baglio Anselmi” di Marsala, l’Area Archeologica di Segesta a Calatafimi, l’Area Archeologica di Selinunte e il Museo Regionale Pepoli di Trapani).

Al termine delle indagini è emerso che l’indagato, dal 2004 al 2011, ha versato con notevole ritardo gli introiti di biglietteria spettanti alla Regione Siciliana e ai vari Comuni, per un importo di 33 milioni di euro.

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